Reliegos è un paesino di, forse, 20 case.
La bottega è gestita da un signore in canotta.
Per accedere bisogna suonare un campanello, lui si affaccia dalla finestra del primo piano e scende ad aprire.
Il concetto di "casa e bottega" assume un senso totalmente nuovo e più calzante.
Naturalmente, essendo in situazione di monopolio, Er Canotta ha prezzi leggermente più alti del solito. Ma se lo può permettere, vista la situazione.
Ritrovo Miguel ed altri.
Passo il pomeriggio all'Elvis Bar.
Una casa tutta azzurra con le pareti esterne piene di scritte.
Riconoscibile e famosa lungo il cammino.
L'Elvis di Reliegos è circa un metro e settanta, pelato e con i baffoni a manubrio.
Peso con vestiti addosso: 45 chili scarsi.
Bagnato: poco sotto i cinquanta.
All'interno non si possono fare foto e video.
Le pareti sono addobbate con un'accozzaglia di foto, ritagli, poster, mensole ed oggetti che è difficile ricordare.
Insieme a Claudio, ci beviamo una birra dietro l'altra. Lui è di Crema e ricorda vagamente il Russell Crowe de Il Gladiatore, un pò meno in forma, con il cappello di paglia ed un gilet multitasche.
Sul bancone del bar c'è un prosciutto da affettare ormai a fine corsa.
Ne fanno guardia mosche ovunque.
L'odore del locale è alquanto particolare; credo sia dovuto alla morte del suddetto prosciutto.
Elvis si muove affabile dietro il bancone. Sempre se, per affabilità, accettiamo l'accezione di "non sorridere, dire due parole a mezza bocca e sembrare piuttosto scocciato".
Dopo un paio di ore, arriva il nuovo prosciutto. Lo mettono sulle staffe e portano via il cadavere.
Miguel è già ubriaco, la moglie non si vede. Probabilemente, sarà da qualche parte a imprecare contro questo marito vagamente assente.
Cominciano ad arrivare gli abitanti di quei luoghi. Deve essere l'unico posto "giovane" nel raggio di qualche chilometro.
Elvis alza la musica, serve da bere a due amiche, si accende una canna e si accende pure lui.
Inizia a ballare dietro il bancone.
Scomposto ma con una certa dignità anche se credo stia ballando una canzone che ha in cuffia perchè non va a tempo con quella che esce dalle casse del bar.
Adesso è più aperto con il prossimo. Non entusiasta. Diciamo che, forse, comincia a tollerare gli stranieri.
Sono in mezzo alla Spagna, in un micro paese senza niente, all'esterno di un bar tipo "Dal tramonto all'alba", con amici appena conosciuti e penso che non vorrei essere da nessuna altra parte.
La via verso Santiago mi fa entrare in contatto con piccole realtà che, un turista normale, non vedrebbe mai.
In questo pellegrinaggio, invece, si attraversano borghi che, snobbati dalle strade turistiche canoniche, si animano di pellegrini.
Sembra sempre di essere fuori dal mondo mentre, con ogni probabilità, una cittadina più grande è solo a pochi chilometri.
Il fatto di doverli fare a piedi, questi chilometri, cambia la prospettiva e le distanze.
Essere lontani da tutto e tutti diventa uno stato mentale e non un'effettivo stato fisico.
Il sole tramonta, finisco la birra e vado a dormire
Lascio gli altri alla Noche de Elvis.
Domani arriverò a Leon, con un giorno di anticipo rispetto all'arrivo di ESSE.
Reliegos, 14 Agosto 2018