25 febbraio 2010

Sonico. Parte seconda

A volte sono di una banalità sconcertante. Quando ero piccolo mi piaceva il Festival di SanRemo. Mi piaceva il fatto di poter stare alzato fino alla fine, almeno il sabato.
Un anno, ricordo che, per SanRemo, mi chiusi in camera di mio fratello maggiore, assente per l'occasione,  armato di radio-mangiacassette e tv. Per registrare, la prima; col volume a zero la seconda.
Dimenticavo, a quei tempi SR veniva passato per radio in STEREO!!! La mattina dopo avevo la mia cassetta con le canzoni.
In gita alle medie, andavo al microfono del pulmann e cantavo "Adesso tu" di Ramazzotti o "Ragazzi di oggi" di Luis Miguel.

Oggi SanRemo non lo guardo. Ne sento parlare. Ascolto commenti o le canzoni alla radio, per puro caso. Guardo video di parodie.
Per quel poco che ho sentito/ascoltato/letto, qualche considerazione, anche se inutile per l'umanità, , mi viene da farla.

Morgan: eroe dei diversi eliminato perchè ammette di fumare crack per curare la depressione. Ma chi cazzo se ne frega!!! Parliamo di una persona che probabilmente ha bisogno di soldi e partecipa da anni ad un reality show. Di un artista eccezionale che forse ha perso la strada. Per questo non lo si doveva far andare al festival e non perchè si droga.

Orchestra: mi pare di aver capito che quest'anno votasse ed ho visto un filmato nel quale contesta alcune eliminazioni, fischiando e lanciando spartiti per terra. Ma ci vogliamo lasciare prendere per il culo davvero? Lo fanno ridendo, gettano fogli a caso e sono professionisti preparati e pagati per suonare qualsiasi merda gli venga messa sotto il naso. E ci vogliono raccontare che hanno fortemente contestato? Su! Forse siamo un pò più intelligenti di come ci credono.

Povia: del suo SanRemo ne ho senttito parlare lo scorso anno quando ha "minacciato" una canzone sulla Englaro. Secondo me è partito un pò lungo per sperare che la polemica fosse efficace anche adesso.

Cristicchi: osannatissimo! Grande canzone! Intelligente! Ironica! Un capolavoro, ho pensato. Poi l'ho sentita e sembra la canzone di uno molto furbo, che richiama la cronaca politica e pseudo-politica , e che con un ritornellino orecchiabile si accattiva i favori di gente che non si sa cosa si aspetti dalla gara canora. Del resto, nella merda, anche il fango sembra abbia valore. Per favore...Non sarai diventato come Biagio Antonacci ma Rino Gaetano non lo vedi neanche col binocolo.

Elio e le storie tese: lo so! non c'erano ma le loro parodie a "Parla con me" sono semplicemente eccezionali. Unico motivo per sentire gli originali.

Antonella Clerici: dopo un'ottima (e iper-pubblicizzata) dieta, si presenta sul palco dando l'impressione di ingrassare tra un pezzo e l'altro. Almeno è piacevole e solare.

Quei tre: Pupo, Filiberto e quell'altro. Assolutamente trash ed eccezionali nel loro essere tremendi. Il Ghinazzi era meglio se continuava a fare pacchi. Il principe "de 'sto cazzo" pare convinto. Parte bene, ci crede, ama un paese che non se lo incula e si atteggia a grande interprete di sofferenze passate. Chissà ancora le notti insonni, quando ripensa all'esilio e alle lacrime spese bagnando il volante della Lamborghini.
Il terzo, invece, chi è? Sti tenori che si danno al pop spuntano ogni cinque minuti e se la lirica è in crisi, se lo meritano, così imparano a perdere tempo.

(Continua...)

14 febbraio 2010

Sonico. Parte prima

Sono nato a metà degli anni 70.
Questo vuol dire che mi sono perso (in ordine sparso) il '68, gli anni d'oro degli Who e dei Beatles, gli anni settanta, il punk.
Nascevo mentre nascevano i Ramones e forse avrebbe potuto essere un buon segno.
Ne ho ignorato l'esistenza per circa un decennio e mezzo.
Li ho scoperti quando ormai erano incamminati verso il viale del tramonto e lanciati verso l'immortalità atraverso la loro musica.

Da ragazzino sono stato imboccato di schifezze grazie a Dj television. Poi è arrivato Jovanotti.
L'estate la passavo dai miei nonni in Toscana. Di fronte al loro terrazzo di cucina abitava una ragazza un pò più grande di me. A lei, avevo saputo dopo varie indagini, Jovanotti piaceva. Erano gli anni de "La mia moto".
Mi mettevo sul terrazzo con un  vecchio stereo del nonno e quella cassetta (di cd neanche l'ombra, figurarsi ipod ed mp3) a tutto volume. Pensavo, stolto, di fare colpo così.
Lei era avanti. La immaginavo abbracciata in storie ad alto potenziale erotico. Circondata da amanti occasionali dai quali prendeva ciò che voleva e tanti saluti.
Io ero piccolo in confronto. Piccolo e paffuto. Prodotto culinario del benessere familiare.
Inutile dire che, mentre Jovanotti cavalcava l'onda del suo successo personale, io, all'interno del mondo della fanciulla, sprofondavo sempre di più nell'anonimato.
Poi, quando il buon Lorenzo era più verso i trenta che i venti e cominciava a capire che serviva l'impegno per essere più figo, il suo mentore, Cecchetto, mi buttava addosso gli 883.
Tra omicidi di uomini ragno, moto, case che non erano alberghi, io cercavo di uscire dal pantano auditivo nel quale la società mi stava facendo sprofondare.
Quando riuscivo a mettere fuori la testa, arrivava un compagno di classe scafato che, in gita, metteva nello stereo la "tre". Quest'ultima non era nient'altro che una compilation di una discoteca del luogo. Fatta da un dj che, venerato come un dio, sembrava per i suoi seguaci la chiave che avrebbe aperto le porte delle camere da letto di tutte le donne del mondo.
Il ballo scomposto, il ciuffo ed il gel erano il grimaldello per essere accettati in società.
Con mezza faccia nel fango, annaspavo, sperando in un "arrivano i nostri".
Per il momento mi dovevo accontentare di un "arrivano i mostri".
(continua...)