1 dicembre 2011

Social Network (di Zuckenberg) e Società (nostra) e Banalità (mia)

Ho cambiato la mia data di nascita sul profilo di uno dei più famosi social network del momento (o comunque quello che va più di moda).
Come conseguenza prevedibile, ho ricevuto numerosi auguri, pur avendo postato interventi che potessero essere indizi che indicassero la falsità dell’informazione.
Non me ne voglia chi mi ha gentilmente e, a volte affettuosamente, porto i suoi omaggi per il mio genetliaco.
Partendo da questo, volevo, empiricamente e forse banalmente, dimostrare quanto riportato una riga sotto questa.
Non tutto quello che si legge in rete corrisponde a verità e alcune informazioni, per quanto supportate da un’opinione pubblica numericamente ridotta, diventano immediatamente verità.
Ne consegue che, raramente, si verifica la veridicità di talune notizie: alla fonte o incrociandole con altri mass-medium (e speriamo di non aver sbagliato il plurale latino).

Non credo che questo piccolo esperimento sia di alcuna utilità ma, alla fine, siamo circondati da cose inutili.
Utile invece è informarsi e avere un proprio pensiero, al di là degli schemi che tentano di imporci.

27 novembre 2011

"Sei felice?"
E' la domanda più difficile alla quale rispondere

23 novembre 2011

So I've got this guitar and I learned how to make it talk...

One, Two Three, Four!!!
Charleston-Rullante-Cassa...
C...F...G...C...F...G
Che poi è un modo per stare bene. E' una cosa piacevole da fare, pur restando vestiti.
Perchè ci sono periodi della mia vita nei quali, fare questo, è una fonte inesauribile di benessere psichico e fisico.
Perchè un pezzo di legno e corde di metallo producono sensazioni che, da sole, rendono degna di essere apprezzata un'esistenza che, a volte, sembra aver poco valore.
Beh...ringrazio me stesso per quel giorno in cui tutto ebbe inizio; mentre studiavo Dante ed il suo Purgatorio (nettamente inferiore all'Inferno) ho imparato un nuovo modo di parlare.
L'ascesa al mio "paradiso" è nata dal suo purgatorio.
Ed il ragionamento non fa una piega...

20 novembre 2011

(Al)ice (2011)

Just fallin’ til she’ll reach the sky
She catches the sun, she’ll became dry
Every mirror has got a world inside
Try to jump in Alice! Follow me tonight!

She’ll walk as a dark spot
She’ll walk on a white wall
She’ll walk, She’ll walk, She’ll walk,She'll walk
Throught the looking glass
She’ll walk behind a red door
She’ll walk to a green war
She’ll walk, She’ll walk, She’ll walk,She'll walk
Throught the looking glass

Screw up your ass and screw up your eyes
Esiliate your mind, take a slice
Jump in Alice throught the looking glass
Red Queen and White Rabbit are on the grass

She’ll walk as a dark spot
She’ll walk on a white wall
She’ll walk, She’ll walk, She’ll walk,She'll walk
Throught the looking glass
She’ll walk behind a red door
She’ll walk to a green war
She’ll walk, She’ll walk, She’ll walk,She'll walk
Throught the looking glass

Celebrate and dig a grave
Black dark heart inside
Celebrate and leave the rage
Red dark heart inside
Celebrate who’s not wise
a bolt out of the blue
Celebrate and dance away
You know, the Mad Hatter is the truth

Can you tell me who are you?
Tell me if he’s true
Tell me if you’ll talk
Call me when you’ll choke

She’ll talk, She’ll walk, She’ll choke, She’ll walk

6 ottobre 2011

Memorie di un onesto

Sono arrivato alla fine.
Ho governato il paese per due anni.
Ho fatto parte di una squadra di governo insieme ad altri.
Ho cercato di occuparmi della cosa pubblica nel rispetto delle regole, degli altri, di me stesso.
Ho raccolto eredità ideologiche dal passato, le ho fatte mie e ho cercato di apportarvi modifiche secondo la mia personalità ed i tempi che stiamo vivendo.
Eppure, ho la sensazione di aver fallito. Mi chiedo dove ho sbagliato. Cerco di riavvolgere il nastro ed andare a vedere, come in un film, la scena durante la quale sono passato inesorabilmente dalla parte del torto.
Mentre alcuni vestivano i panni degli eroi.
Ma che tipo di eroi?
Eroi del sapersi vendere, paladini dell'essere amici di tutti, senza scontentare nessuno. Avidi fagocitatori di sicurezze altrui per nascondere le proprie.
E, quindi, largo al soverchiamento della morale, delle regole, del rispetto per la Storia.
Forse è vero che, oggi, per contare bisogna mutarsi in un prodotto che sia appetibile dai più. Vale più apparire che essere. Cianciare con modi garbati piuttosto che sporcarsi le mani per il bene publico.
Purtroppo il nastro è rovinato e posso solo incidere la parte che resta.
E, ora, quello che resta è una sensazione di vuoto, di tipo diverso dal solito, ma molto presente.
E non esiste vuoto peggiore di quello che non si vuole colmare.

1 ottobre 2011

Non si può sempre andare contro

Un sabato mattina qualunque. In una città qualunque. A casa di un uomo qualunque.
Mentre fa colazione seduto alla penisola della cucina, riflette.
Caffè e due biscotti, sperando che lo aiutino a fare chiarezza.
Sta pensando che, forse, lo sapeva da subito. Che se avesse agito in modo diverso, sarebbe andata meglio.
Ha combattuto con tutte le sue risorse razionali contro quelle forze alle quali non sa dare un nome. Alle quali non vuole dare un nome.
Ci ha provato ed ha perso.
Ormai non c'è più tempo per pensare. Ormai la SUA STORIA ha fatto il suo corso e può solo farsi portare a valle dalla corrente dei pensieri rimasti.
Accenna un sorriso perchè, fortunatamente, la vita degli altri continua.

27 settembre 2011

Jim Carroll

"Guardai la croce e tutte quelle robe e pensai che Lui era punk rock.
Cose c'è di più punk rock della Via Crucis, dove un ragazzo viene frustato e deve portare in testa una corona di spine, poi lo crocifiggono e risorge dopo tre giorni?"

20 settembre 2011

Dell'impagabile attrazione del differire. Pt. 2

Tanto per chiarire, Herbert!
"Allora se lo sai dimmelo!
Tu che possiedi la ricetta della felicità, parlamene.
Tu, con la verità in tasca, confessa. Parla!
Scena muta, eh?
Come mai se la conosci non la raggiungi?
Forse perchè perdi tempo ad accusare me ed altri del fatto che il mondo va a puttane.
Perchè ti distrai e colpevolizzi chi commette errori. Grossolani e dolorosi, te lo concedo, ma vivendo si sbaglia.
Almeno non vivo di illusioni.
Almeno so che non c'è futuro.
Che come razza manchiamo completamente di speranza nel domani.
Perchè è il presente che abbiamo ed è li che bisogna agire e decidere.
Perchè un presente dietro l'altro formano un futuro e si lasciano alle spalle un passato.
Perchè un altro mondo è possibile ma non quello che speriamo. Un'alternativa c'è di sicuro ma non esiste una ricetta.
Siediti.
Respira.
E ricomincia da capo..."
Così lo aveva aggredito, davanti a tutti. Nel bel mezzo di quella che sarebbe stata ricordata come la festa rovinata da un pazzo.
Ma lui pazzo non era.
(...continua...)

14 settembre 2011

Rimini. 10 settembre 2011

Uccidimi come la notte uccide il sole
Dissolve in nero ma lo fa piano senza orrore
Una morte piccola ci sorprenderà
con una fine ch'è principio
che ci saziava e che ci sazierà
Narra la storia mai saputa
perché ogni bacio è come un uragano
Parlami o Diva, celeste musa
Una porta aperta non chiede scusa…mai…
Colpiscimi e sveglia il sogno mai caduto
Concedimi un morire piccolo esibito
È meglio piangere che non dire mai
È meglio bruciare che svanire sai...
Narrami, o musa, della dolce vita
Dimmi, Cassandra, quando è finita
Meglio una fiamma, meglio bruciare
sparire in fretta e non svanire…mai…
È un’esplosione
rivolta di pensieri
muta ogni sensazione
e ci lascia soli
Narra la storia di chi resta solo
Racconta al mondo la caduta dopo il volo
Brucia vestigia animale ingordo
il presente giace nel ricordo

2 agosto 2011

Si, viaggiare

Io parto perchè sono curioso. Banale ma è così.
Però, parto anche perchè, magari tra qualche anno, certi tipi di viaggi non li potrò più fare. O non sarò a mio agio nel farli: con gli amici, in ostello, a bere e mangiare dalla mano delle persone che si incrociano lungo il tragitto che si è scelto.
Parto per cercare di riempirmi gli occhi di posti che non ho mai visto. Oppure per fissare meglio quelli in cui ho avuto la fortuna di passare.
Prendo un aereo, un treno, un'auto e vado. Per carattere preferisco definire prima dove andare in modo da evitare di perdere tempo in ricerche di luoghi in cui sostare o mezzi da prendere. Sarà poco a là "On the road", ma preferisco. Sono comunque sempre i ntempo per cambiare o per rendere giustizia ad eventuali imprevisti.
Non parto per scappare. Mai fatto.
Non parto per dimenticare. Mi porto tutto dietro e lascio che deponga le uova di una nuova consapevolezza.
Non parto per evitare le cose. Le tengo sotto controllo nello specchietto retrovisore della mia testa.
Ci sono. Sono lì. E lì restano.
Chiaro che, se il motivo del viaggio è una vacanza, tutto è molto più semplice.
No. Perchè da come era scritto sembra che mi trasferisca per sempre.
E' solo una vacanza...ed intanto parto.

17 luglio 2011

I worked on a dream (?)

Senza invidiare i minatori cileni e ammettendo onestamente che, per censo, non mi sono mai dovuto spaccare la schiena, mi rendo conto che qualche lavoretto l'ho fatto.
Tipo quando ti immagini famoso e nella tua biografia c'è scritto che da giovane, prima di sfondare, hai fatto questo e quest'altro.
Ma vediamo nel dettaglio.
Ho fatto ripetizioni e baby-sitting (baby è un termine improprio...aveva 12 anni)
Ho lavorato una galleria d'antiquariato vendendo tappeti (ricordo ancora il tappeto venduto ai tedeschi, in tedesco, lingua che ignoro)
In un'altra ero lo schiavo che reggeva tappeti e simili durante le aste (attività ormai in declino e della cui caduta mi piacerebbe vantarmi ma non posso)
Ho fatto il montatore (uffici, negozi, stand alle fiere)
Una volta ero in sala regia durante un convegno dei Lyon's (!!!)
Ho animato feste per bambini ed ho fatto babbo natale a domicilio
Il telefonista in un call-center (lavoro che non si scorda mai. ho smesso di punto in bianco a metà mattina dicendo al capo "non sono adatto per rifilare fregature alla gente")
Venduto roba per corrispondenza (tramite ebay ma forse non era proprio un lavoro...)
Una mattina ho lavorato anche in un magazzino (all'ennesima etichetta col prezzo attaccata ad un cappellino e complice la pausa pranzo, mi sono dileguato, tenendomi il taglierino dato in dotazione)
Poi...poi...poi mi sono laureato e la definizione dei lavori è diventata un pochino più fumosa...
Ah! Gran paese la nostra italietta!!!

La luce alla fine del tunnel è un treno

Avevo promesso di non scrivere cose tristi e cercherò di farlo.
Solo che, sto cazzo di fine settimana non finisce più...

10 giugno 2011

Percorsi

Arrivare a queste pagine è tornato ad essere più facile. Il resto, no.

7 giugno 2011

Ipotesi n°0

Si
può
lottare

Dissertare...

"Sono con le spalle al muro..."
"E quindi?"
"Quindi  niente"
"No. Quindi c'è un solo modo per uscirne"
"Dici?"
"Si! E lo sapresti anche tu se non fossi un incredibile coglione!"
"E' tardi, lo sai..."
"Non è mai tardi quando una scelta vale la pena di esser fatta..."
"Sarebbe bello che di pene non ce ne fossero più..."
"Potrebbe anche essere così. Ma cosa ti preoccupa?"
"Che potrei essere felice e potrei essere ferito"
"Ma se sono mesi che ti autoinfliggi sofferenze!!!"
"Vero. Ma speravo non te ne fossi accorto..."

6 giugno 2011

Last Exit

Saremo mica persone che rientrano dalla finestra?
Dalla porta, se dobbiamo rientrare, che sia dall'ingresso principale!

No, viaggiare. Pt. 2

Finchè avrò paura della sua fine, sarà arduo intraprendere un viaggio.
Finchè continuerò ad immaginarlo prima di partire, dimezzerò il gusto di farlo.

"...And these days, they linger on, yeah, yeah
And in the night, I've been waiting for
A real possibility that I may meet you in my dreams
I go to sleep..."

5 giugno 2011

Dell'arte di dissertare su cose "futili"

"Hey amico! Cazzo! Hai quattro giorni per sistemare le cose!"
"E poi?"
"Poi sei morto, lo sai. Non si scappa..."
"Ma come faccio a metter tutto in ordine: le cose in sospeso, i saluti, gli addii..."
"Non hai capito, coglione! Hai quattro giorni per mettere in ordine le cose dentro di te. Senza render conto al mondo. Sei solo con te stesso. Credevo lo avessi capito"
"Si, ma speravo non fosse così..."

4 giugno 2011

No, viaggiare

Rinunciare ad un viaggio perchè si ha paura di non arrivare, o si ha paura di perdersi, o si ha paura di scordare qualcosa di se alla partenza, è peggio del perdere la persona che, forse, ti avrebbe accompagnato.

2 giugno 2011

Sei ottavi

Mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio sognava incantata
e chi mi prende la mano stanotte mio Dio
forse un ragazzo il mio uomo o forse io

lontana la quiete e montagne imbiancate di neve
e il vento che soffia che fischia più forte più greve
e che mi sfiora le labbra chi mi consola
forse un bambino gia grande o io da sola

passava la notte passavano in fretta le ore
la camera fredda gia si scaldava d'amore
chi troverà i miei seni avrà in premio il mio cuore
chi incontrerà i miei semi avrà tutto il mio amore

la luce discreta spiava e le ombre inventava
mentre sul mare una luna dipinta danzava
chi coglierà il mio fiore bagnato di brina
un principe azzurro o forse io adulta io bambina

mentre la notte scendeva stellata stellata
lei affusolata nel buio dormiva incantata
chi mi dirà buonanotte stanotte mio Dio
la notte le stelle la luna o forse io

1 giugno 2011

Estate 2011

Una lunga ferita di acciaio che attraversa due continenti.
Dal Cremlino alla Grande Muraglia. In mezzo, il viaggio nel senso più puro del termine.
Il viaggio nella sua versione primigenia: spostamento da un punto ad un altro.
Immagini scorreranno veloci dal finestrino e ci sarà tempo per nutrire gli occhi e la mente.
E ci sarà il modo di affrontare il deserto: quello fisico e quello dell'anima.
E ci saranno molti modi...

Rintocco

Con calma, ogni demone verrà ricacciato indietro.
Il fantasma dei natali passati perderà la propria voce.
La morale comune leverà la maschera e lascerà uno spazio bianco ancora da scrivere.
Senza fretta, tutto torna normale.
E mi pacifico il cuore.


28 maggio 2011

20XX: scenari

Ti ho vista passare in bicicletta. Hai ancora la graziella. Quella della quale, ogni tanto, ti dovresti ricordare di controllare se le ruote sono gonfie. Oggi lo sono. Hai uno strano modo di pedalare oggi. Girata indietro con la testa. Alterni il controllo della strada con quello di un non specificato punto alle tue spalle. Vorrei chiamarti. Sono sul punto di farlo ma sento un rumore di ferro sbattuto al suolo ed un grido. Poi un pianto. Un pianto fanciullo.

Scendi di corsa dalla bici e ti abbassi.

Per terra, tra l’asfalto ed una bicicletta rossa con le rotelle, c’è una bambina con le trecce nerissime e gli occhi scuri bagnati di lacrime. La fai alzare e noto che tiene i piedini storti. Come a volersi proteggere da qualcosa. Come a delimitare uno spazio. Come sua madre anni fa.

Sento che la chiami per nome e le dici “non è niente, tesoro. Solo un graffio”. La prendi in braccio. Lei piange ma, nel tuo abbraccio, si calma. Piano piano. Le chiedi se vuole un gelato e lei ti risponde che preferisce andare dal “signore dei libri”. Vuole vedere se è arrivata quella storia che le hai raccontato mille volte. Ora la vuole leggere con i suoi occhi. O almeno guardare le figure, suppongo.

Ti squilla il cellulare. Rispondi ed inizi a sorridere. Dall’altro capo del filo ci deve essere la felicità. La tua felicità. L’equivalente del forziere dei nani alla fine di un arcobaleno. Parli e sorridi. Sorridi e ridi.

Non mi hai visto. Sono seduto ad un tavolino di un bar. Una volta era un locale modaiolo. Oggi, un baretto gestito da un sessantenne affabile e tranquillo. Passo spesso le mie giornate libere in questo posto. Parlo con lui, leggo, bevo una tisana. Non bevo più birra o altro. Fumo ancora parecchio ma, alla fine, qualche vizio va mantenuto. Chiudi la conversazione al cellulare e ti rivolgi a tua figlia dicendole che era papà al telefono. Le dici che tornerà questa notte, che il lavoro che doveva fare è terminato e potrà stare un po’ con voi prima di ripartire. Lei sorride e le lacrime sono solo un ricordo. Ti rammenta che dovete andare a prendere il libro perché è tanto che lo aspetta.

Ho la tentazione di alzarmi per venirvi incontro ma, in definitiva, penso che, se in questi anni non abbiamo parlato, avrebbe poco senso farlo oggi.

Oggi che sei mamma, sei felice, continui ad andare in bicicletta per la città ed io sono solo un ricordo.

Mi alzo e prendo il cellulare dalla tasca.

Compongo il numero e, dopo tre squilli, risponde: " Soundcheck alle diciannove!!!".

"Lole, vuoi chiudere le tende sulla nostra vita? Per favore. Sono stanco. Lole, per favore..." (J.C. Izzo - "Solea")

24 maggio 2011

Montale

"...vedi, Lobuet, quando perdi qualcuno, anche se ormai non c'è più, continui a perderlo per sempre. Lo so. Non sono mai stato capace di tenermi accanto le donne che ho amato
[...]
Ti confido un segreto e poi torniamo alle nostre storie. Con le donne non riesco a capire quello che cerco. E finchè non saprò di cosa ho bisogno, non farò altro che ferirle. Una dopo l'altra..."
J. C. Izzo - Chourmo

29 aprile 2011

Intuizione

Non sono gli altri che se ne vanno
Sono io che lo faccio
Poi magari torno, eh...

27 aprile 2011

25 Aprile

Mi svegliavo nel cuore della notte con un senso di ansia. O angoscia. O, in realtà, era solo paura visto che ero piccolo. Quelle cose da "c'è un mostro sotto il letto!!!". E chiamavo mia mamma. Non mi alzavo neanche, bastava urlare e lei arrivava. Lei, e solo lei, riusciva a tranquillizzarmi in quei momenti. O in altri. C'era sempre. A dir la verità, c'è ancora oggi ma, da grandi, si tende meno a correr dai genitori. Anzi, non si tende per niente.
Concettualmente era una persona che mi tranquillizzava.
Ancora oggi potrebbe farlo se non vivessi in una torre di segreti e omissioni dati dall'età.
Ma ora, se mi sveglio nel cuore della notte o se ho bisogno alla luce del sole, non la chiamo.
Si cresce, i problemi assumo aspetti poco genitoriali e si passa agli amici per confidarsi.
Anche gli amici, però, "se ne vanno" e non so dove sbattere la testa in mancanza di un certo tipo di confronto intellettivo-emozionale.

La ricerca di consolazione irrompe su queste pagine più come sfogo che come altro.

Allora mi metto a guardare una foto recente. Non ci sono io e non l'ho fatta io.
Ritrae un pranzo in strada. In primo piano c'è una bambina con un vestitino rosso ed un palloncino blu. Sta giocando mentre i genitori sono dietro di lei a tavola. Sullo sfondo uno striscione che inneggia al non perdere la nostra umanità anche di fronte alle cose peggiori di cui siamo capaci. Sembra quasi che lei sia l'incarnazione di questo proposito: restiamo bambini. Restiamo innocenti e curiosi. Giochiamo e non facciamo del male.
Agli altri e a noi stessi.

...

Perchè, in fondo, la vita è così...segui una linea retta.
Ci provi.
Non ci riesci.
E tutto va a rotoli.
Basta un attimo.
Cominci a cadere e non c'è nessuno a prenderti.
Perchè non te lo meriti, perchè l'hai voluto tu.
Perchè è così che è sempre successo.
Perchè ti ritrovi allo specchio e non ti riconosci più.
O almeno non riconosci la persona che vorresti essere e che sai di poter essere.
E ti rassegni ancora a vivere una vita che abbia un pò meno gusto, un pò meno sole...molte ombre...
Spero solo di toccare terra in fretta....


19 aprile 2011

In progress...

Quindi è questo il mondo che ci meritiamo?
A volte, lo dico ai miei datori di vita: "ci avete lasciato proprio un posto del cazzo, voi generazioni precedenti!".
Loro mi guardano e, di solito, mi danno del valium per tenermi tranquillo.
In realtà, forse non è solo colpa loro. La colpa è anche nostra.
Siamo incapaci di comunicare anche se possediamo ogni mezzo per farlo. Abbiamo la possibilità di veicolare una quantità mostruosa di informazioni ma, forse per la mole, non prestiamo attenzione a niente.
E ci troviamo, nel 2011 inoltrato, di fronte ad una situazione dalla quale ci pare di non poter uscire.
Vediamola.
...

15 aprile 2011

Nel dolo...

E' facile condividere un pensiero in rete. Troppo. Semplice indignarsi. O firmare petizioni virtuali. Criticare in modo più o meno intelligente sapendo che alcuni ti leggeranno e potrebbero gradire la tua arguzia o impegno.
Facile. Troppo.
Difficile è fare le cose sul serio. Rendere conto a se stessi e agli altri in maniera retta ed etica.
La vera sfida è condividere le altre persone, anche quelle più vicine: i loro problemi, le loro fortune. Preoccuparsi per i primi ed esser lieti per le seconde.
Tempo fa suonavo, e cantavo, canzoni che avevano un senso. Cantavo, e suonavo, canzoni mie e, in ognuna di queste, ogni frase doveva avere un senso, doveva avere un significato. Doveva DIRE. Opinabile il punto di vista ma, in ogni caso, sincero.
So che la musica non cambierà mai il mondo ma lo può rendere migliore e può aiutarlo a riflettere.
In poche righe ci posso mettere tutto un mondo. Posso rovesciarci tutto, o parte, di quello che mi porto dentro e che decido, per volontà e capacità, di condividere.
Non sempre. Non sempre ci sono riuscito.
A volte non voglio...


"Ballata nel dolo" - Anno 1999

Contavate morto dopo morto, cantavate vittoria certa
Ora fate compagnia al torto in questa guerra subito persa
Per fermare la carneficina avete usato le vostre bombe
Tank usciti da un’officina, quella vostra, sporchi ingordi

Chi mai potrà lavare il sangue sparso al suolo
di una terra da colonizzare col terrore e con il dolo?

Un maiale un po’ bambino da un ordine mortale
"Bombare l’assassino" per suo gioco personale
Vi credete gran padroni di una terra da salvare
con la forza dei cannoni che non sanno certo amare

Chi ha pagato alla resa di una guerra non finita?
Chi è rimasto senza casa e chi è rimasto senza vita

Usan la legge del più forte purchè a vincer siano loro
Cosa è in fondo qualche morto se a stelle e strisce lo coloro?

Chi di voi ora è un assassino?
Chi ha lordato con il sangue gli occhi di un bambino?

5 aprile 2011

26 Marzo: GLF

Un gruppo di orfani si ritrova all'interno dell'Auditorium Flog di Firenze.
Orfani dei CCCP.
Orfani dei CSI.
Orfani dei PGR.
Orfani di Ferretti quando ancora faceva canzoni (poesie? riflessioni acute?).
Orfani di trent'anni di musica italiana, di parole, note, rumori, chitarre distorte e arrangiamenti delicati.
Lui lo sa. Se ne compiace. Sorride sornione perchè alla fine ha vinto ancora. Al di là delle polemiche sulle sue nuove posizioni politico-sociali, tutti siamo tornati alla corte di Re Lindo Giovanni.
L'eremita montano rispolvera alcuni (pochi) vecchi successi e molte delle sue canzoni più recenti. Arrangiamenti minimali, smossi solo dalla drum machine, portano i testi al centro del proscenio in una forma di assoluta celebrazione delle parole.
I suoi compari ("compagni" mi sembra fuori luogo come termine) d'avventura, due reduci dagli Ustmamò, risiedono a destra e sinistra del nostro Ferretti e lo accompagnano. E ci accompagnano nei nostri 15 anni. 20 anni. 30 anni...
Peccato che le "hit" dei CCCP/CSI ne escano mutilate e rilette in chiave poco convincente mentre, per il resto, le chitarre (o il basso) denotino poca fantasia negli arrangiamenti e nei suoni.
Sicuramente un rito al quale presenziare...pardon...un concerto da sentire. Ma solo in memoria dei tempi che sono andati. Dei nostri tempi.
"...anche i miei nonni dovevano scendere a valle per vendere il formaggio..." G.L.F.
"...del resto m'importa 'na sega, sai, ma fatta bene che non si sa mai..." G.L.F.

Songs: "Luna (o la fine delle parole)" Anno 2008

Mille e più mille cose da dire ferme nei polmoni perchè c’è
più di quello che le parole ci possono chiarire
Mille e più mille cose da dire, ogni volta che se ne va
Mentre ammiro quel sorriso che toccavo un bacio fa

Luci tra noi densità e vibrazioni
Labbra giunte a chiudere ferite aperte e…


Mille e più mille cose da fare, se il domani urla forte
Non sempre se vuoi andare, c’è un treno che parte
Mille e più mille attimi e sensazioni da vedere
Se c’è la luna sul mare al mattino, tutto può accadere

Poi tutto vada come deve o come crede
Di dover andare a finire o iniziare
Fili invisibili a squarciare il buio
Labbra giunte a chiudere ferite aperte e…

Questa luna luminosa e tonda
Più bella non te la potrei regalare
Questa luna eccelsa e grande
A rischiarare un vagabondo pensare

Questa luna aperta e tesa
Più dolce non te la potrei donare
Questa luna, lume d’intesa
A illuminare chi si vuol cercare

25 marzo 2011

Oggettività

Che du' palle 'sto blog!!!

20 marzo 2011

La luna e Lola

Ieri notte c'era qualcosa di strano.
Guidando verso la mattina la strada era diversa.
La lunga strada provinciale era illuminata da una luna più brillante. Una luna che rischiarava come a voler indicare la via al viandante emozionale che ho dentro.
Il sonno e qualche bicchiere di troppo sono scomparsi ed hanno lasciato posta alla quiete. La quiete di una strada deserta e omaggiata dalla luce lunare.
Una volta, sulle rive di un lago francese ho avuto la stessa sensazione. Sono passati più di un paio di lustri da quella notte con quella ragazza tedesca dai capelli di fuoco. Vino, luna e gesti naturali avevano azzerato ogni distanza linguistica. Niente di memorabile se non un pò di pace trovata ai piedi di una sconosciuta: la mia personale Franka Potente di "Lola Corre".

19 marzo 2011

Incontro

Incontradola per strada dopo anni, improvvisamente la realtà mi è balzata agli occhi.
Come sempre, non c'è stato molto da capire ma solo da rendere evidente. Questa continua raccolta differenziata dei sentimenti è arrivata ad un livello professionale. Presi e messi da parte. Riciclabili, a volte.
"Ciao" lei
"Ciao..." io
"Come stai?"
"Alla fine non c'è male. Poteva andare peggio" io
"In che senso?" lei
"Nel senso di non esser riuscito a trovare un senso ma solo chiusura"
"Hai sempre avuto questa miracolosa capacità di buttarti tutto alle spalle. E, oggi, posso confessarti che, se da un lato, te la invidiavo, dall'altro, mi riempiva di tristezza"
"Perchè?" io
"perchè, alla fine, tutto quello che ti sei buttato dietro rischia di travolgerti. Ed arrivando alle tue spalle, non puoi accorgertene..."
"Forse hai ragione..." e tiro dritto. Interrompo bruscamente la conversazione per evitare di approfondire troppo le cose. Meglio buttarsele alle spalle.
Adesso avrei bisogno di una canzone che possa spazzar via tutto. Davanti e dietro. Che faccia tabula rasa e mi assordi con il suo rumore.
Zittisca la testa e faccia muovere le viscere.
Non so se c'è...che io stia cascando dal ciliegio?

17 marzo 2011

2+2=5

Devo cercare di svuotare la testa.
Rendere più lucida la mente e capire cosa succede.
In un modo o nell'altro sembra che, per me, sia la soluzione sbagliata.
Che esista una terza via?
Intanto meglio uscire a bere.
Non renderà la mente lucida ma almeno può interrompere momentaneamente il flusso...

13 marzo 2011

Punti di vista

La vita è fatta di sottintesi, di metafore, di doppi significati, di interpretazioni.
Ma è fatta anche di evidenze.
Intorno ci sono molte cose o situazioni che non mi piacciono. Ci sono persone che hanno comportamenti che non condivido o che trovo repellenti.
Tutto questo aumenta e, forse, comincio a pensare di essere io dalla parte del torto. Un gran bel torto, in effetti.
Tralasciando poi il fatto che io stesso ho comportamenti che possono andare a scontrarsi con modi di essere, o pensare, diversi.
Quindi, tutto è soggettivo? Non esiste un grado di giudizio obiettivo?
La soluzione potrebbe essere quella di rinchiudersi in un buen retiro nel quale non avere contatti con l'esterno.
Perchè, oggi, non si tratta più di sbagliare. Si tratta di essere sbagliati, o no.
Fortunatamente, quello che conta è grattarsi sotto le ascelle.

8 marzo 2011

Only the good die young

Quando ero piccolo andavo al pratone vicino casa e per ore giocavo con gli amici. Partite di calcio dalla durata interminabile, squadre fatte con l'antica tecnica del pari o dispari e sempre qualcuno che veniva messo in porta, esempio fanciullo di discriminazione, perchè non capace con i piedi.  C'era anche un ciliegio. A turno, a coppie, a terzetti, ci arrampicavamo. Il fatto che ci fossere le ciliegie, o meno, era puramente ornamentale.
Un pò meno piccolo, sopratutto d'estate, andavo al campetto a giocare a pallacanestro. Praticamente tutti i giorni. D'inverno, solo il sabato. Un paio di volte anche il giorno di natale con temperature proibitive.
Si giocava e si parlava. Si parlava e si andava alla bottega a fare merenda. E poi si tornava a giocare. Cinque contro cinque, quattro contro quattro, fino all'uno contro uno. Bastava ci fosse una palla, un canestro e qualcosa di semovente come avversario. Per i normali ma ricordo anche di uno che giocava spalle a canestro contro un albero...
Oggi, ancora meno piccolo, noto la differenza che c'è tra sbagliare o sbagliare un gol, un passaggio o un canestro.
L'importante, oggi come ieri, è non cadere dal ciliegio.

5 marzo 2011

Good Night. Good Luck.

A volte quello che vedo rifelsso nello specchio non mi piace.
Di conseguenza, non credo piaccia anche a chi mi vede dal vivo.
Certe sere mi rendo conto che quello che vorrei essere e quello che sono divergono in maniera netta. Anche questo non mi piace.
Quindi, la cosa migliore è chiudere e cercare di offendere il meno possibile il prossimo con un modo di essere che evidentemente risulta normale solo per me. Ma che, forse lo intuisco, normale non è per niente.
Cercare di avvicinarsi a come si vuole essere è un percorso difficile e solitario. Richiede un lavoro introspettivo non indifferente e una forza che, ora, stento a trovare. Mi auguro ci sia...
Buonanotte e buona fortuna...

27 febbraio 2011

Perplimersi

Chi sono io?
Permaloso, non definito, ateo, musicale, calmo, razionale e un'isola.
Cosa vuol dire tutto ciò?
Assolutamente un cazzo!
Questa notte sono stanco e perplesso. Ho la tranquillità e la sensazione che alcune cose possano sfuggire e restare imprigionate in questo presente che, tra un secondo, è già pronto a diventare passato. Non si tratta di avere controllo totale. Si tratta di avere intutito.
Seguire l'istinto non sempre è la via migliore.
Lo vendono senza gps...

20 febbraio 2011

Noccioline

Certe volte mi sembra di essere come Linus. Mi pare si aver bisogno di una coperta. Quindi la cerco e, se sono fortunato, la trovo.
A quel punto,come Lucy, non mi accontento: la coperta è troppo corta. Copre la testa o i piedi. Mai tutti e due. Rifugiarmi nella musica, come Schroeder, sarebbe la soluzione migliore ma il dovere, seppur indigesto, mi rende saggio. Mi spinge ad odiare, come Sally, il fatto di dover essere in un certo modo pur odiando la società che me lo impone.
L'unica soluzione è appagare ogni bisogno primario e fuggire in un modo immaginario nel quale reinventarsi. Ma anche Snoopy mi sta stretto.
In fondo, come un aquilone impigliato in un albero, vorrei solo aspettare e la ragazzina dai capelli rossi...

16 febbraio 2011

Dell'arte di dissertare su cose "futili"

Quando il mio amico Cecco si è fatto crescere il pizzetto è stato perchè la fidanzatina di turno aveva detto che gli sta bene. Lui, invece, fino a prima di conoscerla, ha sempre sostenuto che non apprezzava il fatto di avere peli inutili sulla faccia. Ma ora che quella specie di figa fa bella motsra di se sulla punta più a sud del volto, va in giro a dire che in fondo ci ha sempre pensato. Che gli sarebbe piaciuto ma non aveva pazienza di farla crescere.
Rifuggire qualcosa (qualcuno) adducendo spiegazioni più o meno razionali, più o meno condivisibili, è un pò la stessa cosa. Mento innanzitutto a me stesso, alle mie volontà. Cerco di trovare un motivo razionale laddove razionalità non c'è. E perdo di vista il motivo per cui volevo quel qualcosa (qualcuno). Mi riempio di ragioni tutt'altro che dettate dal cervello.
Prima traballo. Poi vacillo e, infine, cado. Quel qualcosa (qualcuno) non lo voglio più e forse basterebbe un pò di impegno per continuare come prima. In realtà, alleata di tante battaglie, la razionalità mente e spiega il perchè del mio mutamento.
Poi tace.
Poi non spiega come mai, in una serata di pioggia, sembra che il cielo pianga al posto mio come a colmare la pozza di quel qualcosa (qualcuno) che mi manca...


...Where the trouble starts.
Where does it end?
How can I be cured,...
How, before it ends?

I know... life would be different if I... held on. Held on.
I know... I could be something if I... held on.

Gave her life away,...
Put it in my pocket when it shoulda been framed.
Oh, I lost its shine.
Gotta get this outta my head,...
Out of my bed!
How could it end,...
End like this?
How could it end?

I know... life would be different if I had I... held on...
I know... I could be something if I had I... held on...
Pearl jam - Hold On
http://www.youtube.com/watch?v=7TtGeye6Mqg

14 febbraio 2011

Parole

A volte mi convinco del fatto che tante parole non servano.
Intanto ne continuo ad usare tantissime...

4 febbraio 2011

Dell'arte di teorizzare sul niente

La musica è una questione di tecnica ed esperienza.
La tecnica è fatta di studio ed inclinazione naturale (talento). L'esperienza è il tempo passato a suonare su di un palco.
C'è chi ha tecnica dieci e chi quattro; chi ha esperienza zero o dieci.
La cosa fondamentale è, se si è un quattro, essere ingrado di farlo da dieci, attraverso l'esperienza.
Meglio così che essere un tecnica 10 ed esperienza zero.
Un pò come nella vita...o il sesso...

30 gennaio 2011

L'isola che c'è

Qualcuno ha detto (o scritto): "ogni uomo è un'isola".
Gli altri non so, ma io ci provo ad esserlo anche se la vita si affaccia sempre a vedere come mi vanno le cose.
Da un lato lo apprezzo, dall'altro, per niente. Un'isola non vuole ponti che la colleghino ad alcunchè.
Desidera restare in pace e solitudine ma con la possibilità di accogliere qualcuno ogni tanto. Così facendo mantiene la sua quiete, evita errori ma getta al vento tante occasioni.
Un'isola vive di rimpianti e non conosce rimorsi.
Chiede scusa ma con la consapevolezza che non serva a niente; che le parole , se non supportate dai fatti, sono solo onde che la colpiscono momentaneamente.
I confini di un isola sono i bei ricordi: tante spiagge illuminate dai raggi del sole.
Il suo centro è un bosco nel quale custodire i propri segreti. Spesso banali ma comunque suoi.
Quiete, rimpianti, ricordi, segreti e scuse: sostanziale pareggio.

28 gennaio 2011

3

Avere a che fare con me è come imbarcarsi in una caccia alle streghe.
Ti prefiggi un obiettivo e credi di aver capito come raggiungerlo.
Solo alla fine ti accorgi che non esiste.
O forse come avere a che fare con babbo natale?

23 gennaio 2011

2

Una serata pacificata.
Con me stesso e con gli altri.
Mancanza assoluta di conflitti interiori o esteriori (o interiori esteriorizzati).
Dopo parecchio tempo.

19 gennaio 2011

1

Ritrovo un paio di belle mail di non più di un anno fa
e sento che un pò di rabbia mi abbandona