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20 aprile 2020

Riprendo un vecchio post, mi immergo e provo a finirlo per ricominciare

Il cliché dell'anziano, oggi, è entrato nell'immaginario collettivo come una figura con le mani giunte dietro la schiena che osserva un cantiere. Meglio se dando consigli o commentando con i propri simili.
Io, purtroppo, ho ancora qualche anno prima di potermi unire a tale combriccola. 
Sono, però, troppo avanti con le lune per far parte del meraviglioso mondo dei gggiovani. 
I giovani di oggi vanno a comandare, comprano esami all'università, portano il cappello con la visiera dritta, o ciufferie che sfidano le leggi della fisica. 
Il giovane non ascolta musica. La subisce. 
Talent e radio lo addestrano a riconoscere solo determinate sonorità.
Gli "artisti" un po' seguono le mode, un po' le lanciano. Il confine è molto sottile. 
La sola cosa che conta è tenere l'ascoltatore in una zona di comfort auditivo. Quasi a non voler spaventare il fruitore medio che, per onor della verità, può anche non essere giovane.
Questo porta ad una situazione di stallo: da un lato, si perde la curiosità; dall'altro, si perde il motivo principale per fare "arte".
Chi ascolta resta in piedi senza scoprire niente di nuovo.
Chi produce si siede comodo sul divano del già sentito.
Non voglio dire che, anche in passato, la musica non fosse produzione e vendita di qualcosa ma, negli anni, il lato commerciale è diventato predominante. Forse, sarebbe più corretto dire "commerciabile".
In tutto questo, nutro una grande invidia per tutti quelli che: ascoltano la radio, "la musica mi piace tutta", "hai sentito l'ultima canzone di...", ecc...
Sono persone musicalmente ingenue con una grande fortuna: hanno tantissima musica da scoprire.
Spero prendano uno zaino, una sacco a pelo ed una tenda e si avventurino in un trekking a ritroso nel tempo che li conduca a conoscere artisti e dischi che, ad oggi, ignorano.

10 febbraio 2016

Esce dalla memoria: canzone

Riascolto questo disco. 
Dentro c'è una canzone.  
Questa canzone è parecchio vecchia. Meno di me.
Siamo circa all'inizio degli anni 90. La band che la suona sta letteralmente per esplodere sulla scena musicale. Da Seattle alla conquista del mondo. 
La canzone tratta il lato B dell'amore. La sua parte meno colorata, quella nera. 
La sensazione è quella di una persona che si sta aggrappando al ricordo di una cosa svanita per non andare a fondo. 
Tutto ormai è nero: il loro amore, l'aria che si respira fuori, ogni sensazione. 
Lui l'ha perduta e si aggrappa forte a quello che c'è stato. 
Lui potrebbe odiarla, potrebbe odiarsi ma, alla fine del brano, c'è un'apertura inaspettata. 
Lui le augura il meglio, le augura una vita bellissima, le augura di essere una stella nel cielo di qualcun altro. Anche se non sarà il suo, di cielo. 
Ma lui sa che si appartengono e questo porta tutto su di un altro piano, fa vedere tutto sotto un'altra ottica. 
La mia canzone preferita di sempre e per sempre.
Occhi lucidi, tristezza, speranza a e consapevolezza che niente li potrà separare.
Una canzone che mi farà stare bene all'infinito. Anche se triste.
Ma in fondo, ogni cosa bella ha un lato B che va ascoltato ed apprezzato perchè esiste.

"...I know someday you'll have a beautiful life,
I know you'll be a star 
In somebody else's sky, but why        

Why, why can't it be, why can't it be mine  
WE BELONG TOGHETER..."             


Signore e signori, Black!


9 febbraio 2016

Esce dalla memoria: fotografia

Ho questa foto di pura gioia...no, questa è una canzone.
Ricominciamo.
Ho questa foto. In bianco e nero.
Ci sono due ragazzi che si guardano. Dietro di loro si vede la scritta "sport" di un negozio che non c'è più.
Lui indossa una maglietta di Superman sopra ad un'altra con le maniche lunghe, secondo una moda che si è portato dietro dagli anni novanta.
Lei ha i capelli scuri, legati, una giacca scura, un orecchino che pare fatto con la linguetta di una lattina. Ma forse non è così.
Lui beve da un bicchiere.
Lei lo guarda. Ha probabilmente un bicchiere anche lei.
E lui ricambia lo sguardo.
Lui ricorda bene quel giorno, quel pranzo in strada, l'alcol e la fatica e tutte le sensazioni che respiravano in quei momenti. Quando ancora si respiravano le possibilità molteplici che potevano arrivare.
Lui ricorda un foglietto con sopra il suo nome ed un cuore disegnato.
Gli torna in mente il continuo incontrarsi e sfiorarsi per strada. Per fermarsi. Come, con ogni probabilità, era successo pochi attimi prima che la foto venisse scattata.
Lei, probabilmente, lo ricorda ugualmente.
Lei, oggi, è lontana. Lei, oggi, lo ha allontanato ma senza rancore. Come succede quando la vita accellera e prende altre direzioni.
Lui spera che, oggi, lei sia felice. Lo spera davvero e, in alcuni momenti, sente dentro di se che è proprio così.
Lui non si è mai perdonato alcune cose. Lui non si è mai perdonato. Fino a questa notte. Nel buio silenzioso ha capito che, adesso, si può perdonare e ricordare senza maledirsi. Sa che si può perdonare perchè ha lasciato che le cose andassero in un certo modo solo perchè era la cosa migliore per entrambi.
Lei, probabilmente, non lo ha mai perdonato anche se il rancore si è diluito in una pozzanghera di ricordi in movimento.
Lui, questa notte, la pensa e le manda un abbraccio.
E anche se lei non lo saprà mai, lui spera che il suo corpo possa percepire una stretta improvvisa.
L'abbraccio di chi, ormai lontano nel tempo e nello spazio, questa notte, si è perdonato.

"...a tratti percepisco, in assordante brusio, particolari in chiaro..."

7 febbraio 2016

A volte

Ci sono alcune volte nelle quali mi trovo a dover fare una cosa totalmente nuova.
Magari una cosa che ho visto fare ma che non ho mai provato.
Ecco! Io adoro fare cose nuove. Mi creano una sorta di ansia gioiosa.
Da un lato mi chiedo se ne sarò in grado.
Dall'altro, non vedo l'ora di mettermi alla prova e immagino come potrebbe essere.
La realtà è sempre diversa ma questo non mi impedisce di farlo.
Ogni passo è una sfida. Ogni sfida è un grido d'allarme contro me stesso. Una prova alla quale mi sottopongo volontariamente. Un modo per sentire che sto vivendo e non passando il tempo. 
A volte, vinco. A volte, pareggio. A volte, ci provo e basta. A volte, provarci è la sola vittoria concessa.  

5 settembre 2012

Archivio magnetico: 20 settembre 2009

 Dicono che settembre sia il reale inizio dell'anno. Non credo però voglio ripartire da qua...

"In rete non è difficile trovare album di fotografie appartenenti ad altre persone.
Vedo le foto di questa ragazza, della sua vita, dei suoi viaggi e posso solo immaginarne i sogni.
Primi piani, paesaggi, figura intera.
Scatti del passato, di un passato che non conosco e che non importa io conosca.
Sorrisi ed espressioni pensierose.
E consapevolezza del luogo in cui si trova, della sua storia.
Lo sguardo che rispecchia la volontà di scoprire posti nuovi alimentando la curiosità di una mente in rapido movimento:  nello spazio e nel tempo."

15 aprile 2011

Nel dolo...

E' facile condividere un pensiero in rete. Troppo. Semplice indignarsi. O firmare petizioni virtuali. Criticare in modo più o meno intelligente sapendo che alcuni ti leggeranno e potrebbero gradire la tua arguzia o impegno.
Facile. Troppo.
Difficile è fare le cose sul serio. Rendere conto a se stessi e agli altri in maniera retta ed etica.
La vera sfida è condividere le altre persone, anche quelle più vicine: i loro problemi, le loro fortune. Preoccuparsi per i primi ed esser lieti per le seconde.
Tempo fa suonavo, e cantavo, canzoni che avevano un senso. Cantavo, e suonavo, canzoni mie e, in ognuna di queste, ogni frase doveva avere un senso, doveva avere un significato. Doveva DIRE. Opinabile il punto di vista ma, in ogni caso, sincero.
So che la musica non cambierà mai il mondo ma lo può rendere migliore e può aiutarlo a riflettere.
In poche righe ci posso mettere tutto un mondo. Posso rovesciarci tutto, o parte, di quello che mi porto dentro e che decido, per volontà e capacità, di condividere.
Non sempre. Non sempre ci sono riuscito.
A volte non voglio...


"Ballata nel dolo" - Anno 1999

Contavate morto dopo morto, cantavate vittoria certa
Ora fate compagnia al torto in questa guerra subito persa
Per fermare la carneficina avete usato le vostre bombe
Tank usciti da un’officina, quella vostra, sporchi ingordi

Chi mai potrà lavare il sangue sparso al suolo
di una terra da colonizzare col terrore e con il dolo?

Un maiale un po’ bambino da un ordine mortale
"Bombare l’assassino" per suo gioco personale
Vi credete gran padroni di una terra da salvare
con la forza dei cannoni che non sanno certo amare

Chi ha pagato alla resa di una guerra non finita?
Chi è rimasto senza casa e chi è rimasto senza vita

Usan la legge del più forte purchè a vincer siano loro
Cosa è in fondo qualche morto se a stelle e strisce lo coloro?

Chi di voi ora è un assassino?
Chi ha lordato con il sangue gli occhi di un bambino?

5 aprile 2011

Songs: "Luna (o la fine delle parole)" Anno 2008

Mille e più mille cose da dire ferme nei polmoni perchè c’è
più di quello che le parole ci possono chiarire
Mille e più mille cose da dire, ogni volta che se ne va
Mentre ammiro quel sorriso che toccavo un bacio fa

Luci tra noi densità e vibrazioni
Labbra giunte a chiudere ferite aperte e…


Mille e più mille cose da fare, se il domani urla forte
Non sempre se vuoi andare, c’è un treno che parte
Mille e più mille attimi e sensazioni da vedere
Se c’è la luna sul mare al mattino, tutto può accadere

Poi tutto vada come deve o come crede
Di dover andare a finire o iniziare
Fili invisibili a squarciare il buio
Labbra giunte a chiudere ferite aperte e…

Questa luna luminosa e tonda
Più bella non te la potrei regalare
Questa luna eccelsa e grande
A rischiarare un vagabondo pensare

Questa luna aperta e tesa
Più dolce non te la potrei donare
Questa luna, lume d’intesa
A illuminare chi si vuol cercare