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23 febbraio 2016

Il mio nome è Culo, Botta di Culo

Ho visto Spectre, l'ultimo film con protagonista James Bond.
L'agente segreto, parto della mente di Ian Fleming, mi è sempre piaciuto.
Il personaggio è stereotipato ma affascinante.
Le storie semplicistiche ma coinvolgenti.
Un film di Bond presuppone sempre degli snodi chiave, un ritorno continuo al già conosciuto che ci porta in una zona di comfort cinematografico che crea tranquillità nello spettatore.
I classici momenti 007:

  • "il mio nome è Bond, James Bond"
  • il martini: agitato e non shakerato
  • la prima donna della pellicola che si porta a letto, di solito, muore
  • ne arriva una seconda
  • a volte, una terza
  • i gadget da spia di Q
  • Q
  • M
  • Miss Moneypenny, la segretaria che si farebbe volentieri un giro con la pistola di 007
  • il lancio del cappello, tanto per attizzare la povera segretaria
  • il fascino guascone del protagonista
  • almeno una scena con lo smoking indosso
  • almeno una scena di inseguimento con una macchina figa, resa ancora più figa di gadget di Q

L'ingresso del cattivo, spesso un gattaro, è un altro snodo chiave.
Fino a quel momento non è mai molto chiaro quale sia il reale pericolo per il mondo. Cioè, Bond lo sa o, secondo me, fa finta di saperlo.
Quello che non torna mai è il momento in cui il cattivo cattura Bond. Di solito, perchè il genio dello spionaggio lo va a trovare, lo sfida a poker, gli tromba la fidanzata, gli passa avanti in fila alla posta.
Inoltre, una volta catturato il simpatico guascone delle terre di Albione, prima di ucciderlo, il manigoldo fa lo spiegone del piano criminale, dando al nostro eroe le informazioni per sventarlo.
E può anche andar bene. Ormai lo sta per uccidere.
Il problema sorge quando sceglie il metodo.
Un colpo di pistola in faccia sarebbe veloce e sicuro. Invece, questo genio del male sceglie sempre metodi complicatissimi e, per non sbagliare, neanche aspetta di vederlo morire.
Se ne va. Così. Come uno che ha parcheggiato al supermercato ma non controlla mai di aver chiuso la macchina.
L'eroe con più culo che anima, complici le quindici ore che ci vogliono perchè il metodo scelto per mandarlo a trovare i suoi avi passino, trova il modo di salvarsi ed ha tutte le informazioni necessarie per salvare il mondo. Da solo.
Il piano perfetto e infallibile si rivela una mezza stronzata. Di solito, basta spengere un computer, premere un pulsante, togliere una scheda da un missile, abbonarsi a Vanity Fair., fare la giravolta e farla un'altra volta.
L'eroe vince e se ne va con l'unica che si è portato a letto rimasta viva, facendo perdere le proprie tracce ai servizi segreti di sua maestà. Questi ultimi sono composti, per lo più, da un'armata di rincoglioniti che non capiscono mai il reale pericolo che corre il mondo e, per non farsi mancare niente, vengono perculati per tutto il film dal donnaiolo alcolizzato con il doppio zero.

Ed ecco il quadro che esce fuori.
Siamo di fronte ad un eroe sessualmente promiscuo e che non usa precauzioni, dedito all'alcol ed al gioco d'azzardo. Come se non bastasse, dopo aver bevuto, non solo guida, ma si mette anche a sparare. L'agenzia governativa di cui fa parte non ha mai idea di cosa stia succedendo, di dove sia lui, di dove siano finite le chiavi di casa e di chi abbia lasciato la tavoletta cel cesso alzata.
Il cattivo parte bene ma poi si caga tutto nel finale perchè fa piani complicati, li spiega a chi cerca di fermarlo e li dota, sempre, di meccanismi di interruzione da scappati di casa.

Chiudo con un pensiero opinabile. L'ultimo Bond, Daniel Craig, non si affronta: è basso, tarchiato, sgraziato, con la faccia da carpentiere più che da geniale spia. Per me, 007 è Sean Connery. Anche con il parrucchino. Punto.

19 febbraio 2016

C'era una volta...

Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
...

Noodles: Sono andato a letto presto...

15 febbraio 2016

Any given inch

Non so cosa dirvi davvero.
Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale.
Tutto si decide oggi.
Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta.
Siamo all'inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell'inferno un centimetro alla volta.
Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio.
Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso "certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare". Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi dà anche fastidio la faccia che vedo nello specchio.
Sapete con il tempo, con l'età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo.
Capitelo.
Mezzo passo fatto un po' in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa.
Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. 
n questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire.
E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro.
La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui.
Questo è essere una squadra signori miei.
Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui. Allora, che cosa volete fare?

Coach Tony D'Amato - Any given Sunday

11 febbraio 2016

Aforismi #5

"Andrà tutto bene, alla fine. E, se non andasse bene, allora, credetemi, significa che non è arrivata ancora la fine..."
(Marigold Hotel)

6 febbraio 2016

Taran(top)ten

1. Ha rilanciato il valore assoluto della colonna sonora in un film
2. Ha riportato in primo piano attori ormai persi per strada
3. Ha creato un universo cinematografico che sommato fa un mondo
4. I suoi personaggi sono diventati icone assolute
5. Il vero significato di "Like a Virgin"
6. "Sono il Signor Wolf, risolvo problemi" e "Beh, non è ancora il momento di cominciare a farci i pompini a vicenda"
7. Alcune scene sono, in assoluto, entrate a far parte dei classici del cinema praticamente il giorno dopo l'uscita del film
8. UMA THURMAN!!!
9. La sua cultura pop non ha eguali e le sue continue citazioni sono un valore aggiunto ad ogni scena girata
10. I dialoghi. Azione e avvenimenti a parte, in pochi sanno scrivere conversazioni prive di contenuti alti ma innalzate dalla scrittura

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