17 giugno 2020

La Ruta

Mi sveglio presto. Al solito.
Oggi, mi attende la Ruta des Hospitales.
Da Campiello, circa 24 chilometri in salita, circondato solo dal vento, fino a Puerto do Palo.
Passo quattro ore in un paesaggio rimasto antico, tra rovine dei luoghi che ospitavano i pellegrini, natura e animali liberi.
Mi fermo per mangiare un mezzo panino.
Mi fermo per evitare di farmela addosso.
Mi fermo mentre il vento soffia ancora.
La bellezza del posto fa andare le gambe in maniera fluida e, mentre il fiato si fa grosso, riempio i polmoni di quella natura primitiva.
Gli occhi si dividono: il vedere di mettere a terra passi sicuri ed il tentativo di immagazzinare lo spettacolo quasi incontaminato di questo percorso antico.
Il cuore si gonfia per le immagini che gli arrivano dagli occhi.
Camminando nella mia meravigliosa solitudine, la fatica cresce parimenti alla gioia che provo.
E come accaduto sui Pirenei: sono sopraffatto da quello che mi circonda e sono grato.
Sono grato a me stesso perchè, ancora una volta, ho vinto delle paura e mi sono rimesso le scarpe.
Mi sono incamminato verso un qualcosa di non conosciuto, con la mia "casa" sulle spalle e la curiosità di saperne di più: sul mondo la fuori e su me stesso.
Riprendo fiato sulla cima e comincio la discesa spaccacaviglie che, da Puerto do Palo, mi porterà a Berducedo.
Il sentiero per scendere, la solita semi-pietraia, è ripido; ho bisogno di grande attenzione per evitare eventuali scivoloni. Una caduta potrebbe avere conseguenze poco piacevoli.
Tipo che magari mi sporco i vestiti.
A Berducedo arrivo con l'albergue ancora chiuso, rischio di farmela sotto (di nuovo) ma alla fine mi viene aperto. Dopo un'attesa di un'ora e mezza...
Mi lavo e lavo i vestiti.
Poi, quando arrivano gli altri, ce ne andiamo a bere birra e riposarci.
A cena, ci sono anche Michele e due signore svizzere.
Una delle due è un pò in la con la vita, la seconda un pò più in forma. Ed il trentenne Michele è invaghito di questa sessantenne che viene dal paese neutrale per eccellenza.
A tavola, lui la guarda con aria sognante, lei gli versa l'acqua come se fosse il figlio o il nipotino.
Esilarante.
Al momento di ordinare, dico alla cameriera che non mangio pesce ma, quando ordino pasta col tonno, si risente come se avessi tradito la grande fiducia che riponeva in me.
Prossima volta dirò che non mangio pesce ma il tonno, si.

Berducedo, 14 Agosto 2019

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