12 giugno 2020

Sensazioni di agosto

Tappa piacevole. Faccio lunghi tratti con Cristian e Cloty.
Parlo parecchio con lui perchè lei non parla inglese.
Con loro, Kike, anche lui di Barcellona. Era sul mio stesso autobus all'aereoporto di Oviedo.
Lungo la salita che porta a La Epsina trovo un fazzoletto per terra. E' pulito e lo raccolgo.
Qualche metro dopo, raggiungo Antonio. Il fazzoletto è suo.
Camminiamo insieme. Sulla cinquantina. Viene da Fiuggi.
Mi racconta della sua famiglia, dei figli che giocano a golf, del suo lavoro. Il tutto con quell'accento tipicamente basso-laziale.
Decido di fermarmi a La Espina.
Lui prosegue ma dopo una mezz'ora ritorna e alloggia dove sono io, all'albergue El Cruce.
Faccio una lavatrice condivisa con altri mentre il posto si riempie.
Arriva anche Dennis e faccio la conoscenza di Marco. E' un ingegnere di Ostuni che vive e lavora, da anni, a Torino.
La prima impressione che ho non è di delle migliori. Mi ricrederò nel giro di una manciata di minuti mentre, seduti su una panchina, parliamo e fumiamo una sigaretta (o due o tre).
Si forma un gruppetto spontaneo di italiani per la cena.
Mentre Carmen, proprietaria di El Cruce e del market al piano strada, è molto gentile, il ristorante dove andiamo è un pò più freddo.
Mangiamo un menu del pellegrino in uno stanzone fermo agli anni settanta: i colori alle pareti, i mobili, le stoviglie.
Non c'è quell'accoglienza che ricordavo sul francese e non percepisco le vibrazioni da cammino: il senso di comunità, il connettersi con i luoghi che mi vedono solo di passaggio.
Ieri sera, a San Juan, è stato molto diverso.
L'albergue piccolo e isolato, la pioggia incessante che non permetteva di stare fuori rendevano una sensazione di vicinanza.

La Espina, 12 Agosto 2019

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