29 settembre 2009

Demo

Raggruppare qualche pezzo vecchio.
Sgrezzarne altri mai finiti.
Scriverne di nuovi in tempi relativamente brevi.
Registrarli ai GroundFloor Studios.
Direi tra le quattro e le sei tracce.
Questo di massima il programma.
Vediamo come va a finire.

28 settembre 2009

Notte

Giù nel vulcano, come un tempo.
Senza paura, senza consapevolezza. Senza pensarci più di tanto.
La discesa veloce cancellerà ogni ragionevole paranoia, qualsiasi rimasuglio di coscienza.
Una lavagna nera da scrivere, un vuoto da riempire, con fatica.
Un senso di pesantezza da eliminare attraverso moti d'animo sempre più irrequieti.
Senza incollare i cocci, senza nasconderli sotto un tappeto ma spazzandoli via per gettarli. Stessa fine per il tappeto.
Se mi indicassero la luna, non la guarderei, non presterei attenzione neanche al dito: lascerei scivolare via il messaggio.
Mi butto. Tanto so che non farà male, anzi, aiuterà.

26 settembre 2009

Bozze

Ho fogli bianchi, da mesi qui, che a volte sono da riempire d'idee.
Nessuno le legge così come il pesce non fissa le maree.
Io, poeticamente inetto, inserisco ricordi e finzioni;
me li scrivo e me li leggo: aggiusto parole, suoni e frizioni
Parlo di me come essere lontano, a intuire quel che di me non pensa la gente
Connetto cervello e mano, idiosincrasico e impotente...

Stop. Pausa. Silenzio.

Yes I understand that every life must end, aw huh,..
As we sit alone, I know someday we must go, aw huh,..
I’m a lucky man to count on both hands
The ones I love,..

Some folks just have one,
Others they got none, aw huh,..

Stay with me,..
Let’s just breathe.

Practiced are my sins,
Never gonna let me win, aw huh,..
Under everything, just another human being, aw huh,..
Yeh, I don’t wanna hurt, there’s so much in this world
To make me bleed.

Stay with me,..
You’re all I see.

Did I say that I need you?
Did I say that I want you?
Oh, if I didn’t now I’m a fool you see,..
No one knows this more than me.
As I come clean.

I wonder everyday
as I look upon your face, aw huh,..
Everything you gave
And nothing you would take, aw huh,..
Nothing you would take,..
Everything you gave.

Did I say that I need you?
Oh, Did I say that I want you?
Oh, if I didn’t now I’m a fool you see,..
No one know this more than me.
As I come clean.

Nothing you would take,..
everything you gave.
Hold me till I die,..
Meet you on the other side.

24 settembre 2009

Once upon a time


Una volta nella vita
mi piacerebbe dire:

“Sono qui per restare”

23 settembre 2009

Saggezza (?!)


Se ti mettono un ombrello su per il culo
fai attenzione quando cerchi di toglierlo:
potresti aprirlo per sbaglio.

20 settembre 2009

In frames

In rete non è difficile trovare album di fotografie appartenenti ad altre persone.
Vedo le foto di questa ragazza, della sua vita, dei suoi viaggi e posso solo immaginarne i sogni.
Primi piani, paesaggi, figura intera.
Scatti del passato, di un passato che non conosco e che non importa io conosca.
Sorrisi ed espressioni pensierose.
E consapevolezza del luogo in cui si trova, della sua storia.
Lo sguardo che rispecchia la volontà di scoprire posti nuovi alimentando la curiosità di una mente in rapido movimento:  nello spazio e nel tempo.

HKID




Avrà sofferto?

19 settembre 2009

Orso. Parte terza.

La farfalla decise di rispondere perché la farfalla aveva deciso, sapeva ciò che voleva. Tra le altre cose, non voleva imbarazzi nelle scelte, "vorrei ma non posso" di sorta.
La farfalla rispose ed il suo battere d'ali si rivelò più rumoroso di qualsiasi rumore del bosco, tanta era la stanchezza e frustrazione nella quale era caduta.
- tu crei e distruggi! Pensi di esser dio? – urlò rabbiosa.
- no, un essere vivente confuso dai suoi timori… -
- pensi mai a quello che potrei volere io? Pensi mai che, a volte, il mondo si aspetti qualcosa da te, in un senso o in un altro? –
La risposta balbettante dell’orso venne portata via dalla scarsità delle sue convinzioni, dall’esiguo limitare delle parole a fior di labbra.
La sua risposta ebbe lo stesso valore di un silenzio, uno di quelli inutili.
E lei riprese a volteggiare, in cerca delle cose che si meritava.
L’orso rimase a grattarsi la testa e a strusciare la schiena contro il fusto di un albero. Incerto anche nel compiere azioni così semplici.
L’inedia del suo modo di fare, la brama della ricerca di risposte lasciò spazio al silenzio, un altro.
E capì.
Non cosa voleva.
Capì che era necessario che quel silenzio restasse immutato fino a quando non ci fosse stata chiarezza. Capì che il bosco era già stato disturbato dai suoi dubbi, troppo a lungo.
Che la farfalla non poteva aver bisogno di un mammifero peloso e inutile, privo di risposte: aveva bisogno di certezze seppur labili.
Il silenzio sarebbe stata la miglior soluzione, avrebbe preso il posto di risposte date alle domande sbagliate che si era fatto fino a quel momento. Il silenzio per poter ascoltare se stesso, non il continuo ronzare della sua razionalità, messa ormai a durissima prova da sentimenti che mal si armonizzavano con essa.
Sentiva i suoi pensieri con la stessa intensità del rumore che fa un albero quando cade in una foresta vuota: il boato è forte ma nessuno è presente per sentirlo.
Era meglio lasciarli scorrere e vedere dove avrebbero portato.
Da lei, in un altro luogo o in nessun posto…
(continua...)

13 settembre 2009

Blog

Guardo questo blog.
Per ora lo riempio, di cazzate forse, ma riesco a scriverci con semi-costanza.
Anche se...questo bianco virginale non mi si addice molto...

Orso. Parte seconda.

L’orso aveva promesso alla farfalla di non avvicinarla più, per paura di farle male. Lei si era fidata ma lui, non ci era riuscito e l’aveva ferita nuovamente.
- Perché? –
- Perché mi manchi…però… - balbettò lui.
- Se ti devo mancare ma questa mancanza deve essere piena di “però”, non mi interessa. –
Lui la guardò negli occhi e non ebbe il coraggio di ammettere la sua paura.
La guardò e le diede ragione, non aprì bocca se non per dire – giusto, meglio se stiamo lontani… - .
In realtà lui non riusciva a stare lontano dai suoi colori.
Non riusciva a concepire una lontananza da quella leggerezza che a lui, bestia, non era concessa.
Solo che non riusciva ad andare fino in fondo alle cose perché già più volte, per accarezzarla, l’aveva colpita.
Pensò fosse meglio così.
Per circa un paio di ore…
Poi capì che l’idea di starle accanto e risolversi le proprie paure da solo era sbagliata. Che aveva bisogno di lei anche perché lo aiutasse, gli insegnasse a starle vicino senza offendere.
Tornò sotto l’albero dove si erano salutati ma non la trovò.
Aspettò li per l’intera giornata ma lei non si fece viva.
La chiamò, scuotendo le piante con il suo grido.
Tornò a casa sconsolato e si disse che era meglio così.
Ma il giorno seguente era di nuovo nello stesso punto perché non ne voleva sapere di lasciar andare le cose così.
Per lui poteva essere meglio in un altro modo.
Ma era così anche per lei?
Lo chiese ma nessuno rispose…lei meno di tutti…
(continua...)

12 settembre 2009

A night in town

Vado con un'amico ex-occhialuto in questa piazza dove la sera c'è un pò di gente. Tre/quattro locali, litri di birra, centinaia di bicchieri di plasica abbandonati per terra (un pò la gente non ha rispetto, un pò non ci sono i cestini).
Si aggiunge il Filosofo ed il nostro terzetto è pronto per prendere da bere e sedersi su di una qualsiasi rientranza ai bordi della piazza.
Il Filosofo fa quello che fa di solito: parla. Alterna sentenze sputate a introspezioni personali segnate da dolori interiori che non riesce a sopportare.
- Mi manca troppo...- attacca il Filosofo. E giù sospiri e mezze frasi allusive alla sua situazione.
- L'hai lasciata tu? - chiede l'ingenuo, che poi sarei io, ormai caduto nella trappola.
- Si - laconica risposta.
- Perchè non la chiami e te la riprendi? - ecco!!! il consiglio dell'inesperto!!! Di fronte al Filosofo anche Rodolfo Valentino farebbe la figura di chi le donne non le conosce per niente.
Non solo...La trappola si chiude: il Filosofo ha ormai percepito un pizzico di interesse ed io, dalla tela del ragno, posso solamente fare domande nel flusso del suo monologo. Il trucco è far si che siano brevi...
- Mi manca fare l'amore con lei, nel modo in cui lo facevamo, non l'avevo mai fatto. Vedi? E' molto più bella di quella la... - Parentesi: quella la è una della più grosse fighe che abbia mai visto. Chiusa parentesi.
- Solo che... - Pronti...
- ...lei ultimamente... - partenza...
- non mi capiva più! - Via. Partito. Ex-occhialuto ha già avuto modo di sentire il monologo e si eclissa con un misero "Vado in bagno".
Il Filosofo incalza.
- Non mi ascoltava come prima. Io parlavo e lei si addormentava. Avevo dei problemi e sembrava a lei non importassero. Non posso stare con una così. -
Tralascio tutte le mie obiezioni e semi-domande così come le ha trascurate lui.
- Che poi, per tornare insieme basterebbe che lei tornasse e mi dicesse "Sveglia! Voglio stare con te!" - e siamo al grottesco ormai.
- Ma io...per lei...potrei anche... - Pausa teatrale.
- ...sai chi è quella? Si chiama Amanda. Carina, vero? Sta con uno da tre anni ma spero che si lascino! - . Ok! ormai abbiamo toccato il fondo e lui mi passa anche la pala: - Sai che ci scambiamo un diario sul quale un giorno scrive lei, un altro io...i nostri pensieri, i sogni... -
Lo lascio fare e lo lascio li a sedere. Mi dirigo anche io verso il "bagno" perchè tanto, col Filosofo, o si va in "bagno" o ci si addormenta.

10 settembre 2009

Orso

"La cosa più strana" disse a farfalla all'orso "è che non sembravi così cattivo finchè non mi hai ferito".
"Non volevo"
"Non voler fare una cosa, non giustifica dall'averla fatta" rispose piccata.
"Ero così attirato dai tuoi colori che, per accarezzarti, ti ho colpita" tristemente l'orso.
Lei provò a volar via e lui la lasciò andare perchè aveva paura di farle di nuovo male, perchè, anche se non voleva, era un rischio che non voleva farle correre.
L'orso restò a terra, la farfalla guarì e visse una vita luminosa...

6 settembre 2009

Ricominciare

Spesso ho cercato di imprimere parole sullo schermo con una certa sistematicità.
Non ci sono mai riuscito.
Anche qua avevo interrotto...
...ora cerco di riprendere...