13 settembre 2009

Orso. Parte seconda.

L’orso aveva promesso alla farfalla di non avvicinarla più, per paura di farle male. Lei si era fidata ma lui, non ci era riuscito e l’aveva ferita nuovamente.
- Perché? –
- Perché mi manchi…però… - balbettò lui.
- Se ti devo mancare ma questa mancanza deve essere piena di “però”, non mi interessa. –
Lui la guardò negli occhi e non ebbe il coraggio di ammettere la sua paura.
La guardò e le diede ragione, non aprì bocca se non per dire – giusto, meglio se stiamo lontani… - .
In realtà lui non riusciva a stare lontano dai suoi colori.
Non riusciva a concepire una lontananza da quella leggerezza che a lui, bestia, non era concessa.
Solo che non riusciva ad andare fino in fondo alle cose perché già più volte, per accarezzarla, l’aveva colpita.
Pensò fosse meglio così.
Per circa un paio di ore…
Poi capì che l’idea di starle accanto e risolversi le proprie paure da solo era sbagliata. Che aveva bisogno di lei anche perché lo aiutasse, gli insegnasse a starle vicino senza offendere.
Tornò sotto l’albero dove si erano salutati ma non la trovò.
Aspettò li per l’intera giornata ma lei non si fece viva.
La chiamò, scuotendo le piante con il suo grido.
Tornò a casa sconsolato e si disse che era meglio così.
Ma il giorno seguente era di nuovo nello stesso punto perché non ne voleva sapere di lasciar andare le cose così.
Per lui poteva essere meglio in un altro modo.
Ma era così anche per lei?
Lo chiese ma nessuno rispose…lei meno di tutti…
(continua...)

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