15 novembre 2009

Niente di importante

La solitudine del vuoto è un mostro che divora da dentro.
Certi giorni pensare alla vita in se, senza fronzoli o picchi, mette addosso una sensazione di pesantezza. Non il futuro come concetto astratto, ma il presente come continua trasformazione. Tanti presente che sommati andranno a formare quello che ancora non c'è.
E, spesso, stare con te stesso diventa molto complicato. Se non ti piaci, se sei costretto a compromessi tra istinto e "buone maniere". Sentire mancanze continue e, sapere che la colpa è solo tua, non è di sollievo. Autodeterminarsi l'esistenza non è un rimedio sicuro.
Sarebbe bene fossero gli altri a prendere le redini della tua vita perchè, fino ad ora, hai sempre rovinato tutto. Per quanto tu ci possa provare, dare la colpa agli altri, al mondo, al lavoro, ai politici, all'ignoranza, alle donne, agli uomini ,è solo un gioco di specchi che, alla fine, rimanda solo un'immagine. La tua. Il mondo che abiti è quello che ti crei da solo. Le frequentazioni vengono selezionate, i posti, pure.
Gli affetti vengono cercati, trovati e allontanati. Inesorabilmente. E non resta niente. La sensazione di poter decidere dura poco. Il fascino di essere chi comanda il gioco è di un'inutilità aberrante. Perchè non hai capito le regole. Perchè non sei capace di giocare.
Lasciare scorrere il tempo, aspettando. Sperando che qualcuno arrivi e rimetta le cose che non vanno a posto. Sperando di non ostruire l'arteria che conduce fino a te, dandoti nuovo respiro.
E attendi.
Perchè, a volte, agire serve a poco.

23 ottobre 2009

Io

Chi sono?
Sarò la tua, la mia coscienza...
...sarò una furia calma e ansiosa...
...sarò la spada nel fodero e la penna sul foglio...
...sarò la morte delle idee e la nascita del pensiero...
...sarò un saltimbanco triste che allieterà la tua voglia di vivere...
...sarò un falegname incapace di costruire qualcosa di utile...
...sarò un condannato a morte che non aspetta altro...
...sarò un bambino che sta per nascere ma non lo sa...
...sarò giovane per sempre... ...sarò un bimbo nato vecchio...
...sarò un anziano che non ha capito ancora niente...
...sarò farfalla e sarò calabrone...
...danzerò come la prima e colpirò come il secondo...
...sarò la voglia di ballare tutta la vita...
...sarò statua di sale e maschera di pietra...
...sarò solo...
...sarò circondato da tutti e tutto...
...sarò l'oceano...
...sarò cima innevata da scalare...
...sarò un rifugio sicuro...
...sarò un antro dal quale scappare...
...sarò un tramonto...
...sarò il sorgere del sole...
...sarò faro abbagliante
...sarò cecità...
...sarò notte senza luna...
...sarò una supernova che devasta...
...sarò un buco nero nel quale perdersi...
...sarò re in una torre dorata...
...sarò schiavo e servo di occhi gentili...
...sarò uno scranno con veli pregiati...
...sarò un sasso da scagliare lontano...
…sarò arido come il deserto…
…gentile come il fruscio della sabbia…
…sarò colore nero che schizza dal tubetto calpestato…
…sarò il periodo blu di qualcuno…
…sarò il mio periodo rosso…
…sarò pallido, grigio, sfumato in nero…
...sarò superbo e sapiente come il passato…
…sarò chi tutto sa ma niente insegna…
…sarò algido e invisibile come il presente…
…sarò chi muta mentre lo pensi…
…sarò trasparente e fumoso come il futuro…
…sarò il divenire dell’attimo…
...sarò tutto e niente, inafferrabile anche a me stesso...
...sarò a portata di mano e distante mille miglia...
...sarò me stesso o qualcun altro...
...sono un gioco di specchi...
BENVENUTO AL LUNA PARK DELLA MIA EVOLUZIONE!!!

7 ottobre 2009

In da house.

Da quassù posso dominare chi sta in basso.

Non posso sentire cosa si dice la gente ma posso indovinarne gli stati d'animo. Osservandoli.
Nell'angolo alla mia destra, appoggiato ad una colonna, un tipo che non si diverte, non è felice, si sente estraneo al luogo in cui si trova.
E' un triste e solitario contrappunto ai due ragazzi che si baciano felici. A due passi da lui. Senza rispetto. O è lui che non ha rispetto per la felicità? I due potrebbero essere ovunque, ebbri l'uno dell'altra. Ogni contatto delle labbra è come un bel sorriso.
La poesia si interrompe volgendo di poco lo sguardo. Un passaggio da mano a mano. Soldi in cambio di una promessa di paradiso. Non mi serve sapere cosa sia. So che è un paradiso artificiale. So che entrerà nella testa dell'acquirente, che, di conseguenza, si potrà sentire potente, euforico, allegro, esagerato. Non condivido. Non mi piace l'idea che certi posti possano diventare porto franco per esperienze di questo tipo. Angoli all'ombra della legge nei quali tutto sia permesso. Le regole non c'entrano, non sono mai entrate nella mia vita. La sensazione di approfittarsi di un ambiente. Questo mi infastidisce.
Eccolo là. Immancabile. Lontano dai ritmi della serata. Si muove rallentato. Accenna a seguire il movimento ed i battiti degli altri presenti. Regge per, forse, cinque o sei secondi. Dopo il nulla.
La sua camicia sudata volge lo sguardo verso l'aspirante velina (o ministro?). Anche lei risponde avidamente all'appello. Desiderosa di esserci, di farsi vedere, di piacere e di negarsi. Un tipo di masturbazione che non fa diventare ciechi ma che, alla lunga, potrebbe sprofondarla nella solitudine di un rapporto di convenienza. Menzogne e denaro.

Io continuo a fare quello per cui mi pagano. Offro, o vendo, suoni. Come fili di un burattinaio, fanno muovere le persone in pista. Sono io che decido. Sono io che detto i tempi.
Magra consolazione di fronte ad un panorama umano che non capisco più. E che non tollero.
(continua...)

5 ottobre 2009

Dj? No, selettore!

Per non farmi mancare niente, l'altra sera mi è stato proposto di mettere musica durante un aperitivo e ho detto si, of course.
Definirmi dj mi sembra alquanto inappropriato. Preferisco "selettore".
Ho caricato sul portatile un bel pò di cd, musica che ascolto di solito ed ho chiesto al buon Berghinz di suggerirmi artisti che facciano musica lounge (se facciamo passare il termine) o elettronica .

Ne è venuta fuori una serie di suoni e musiche che sono andate dai settanta ad oggi, dal punk al rap, da Seattle a Bologna.
Fare un bilancio risulta alquanto difficile. Del resto, ogni "prima volta" rende difficile un giudizio per mancanza di paragoni.
Qualche pezzo ha incontrato i favori dei presenti, altri sono passati in sordina.
Non riesco ad avere un'opinione in merito alla riuscita degli "smanettoni" (la lounge o elettronica di cui sopra) anche se, credo, che come tipologia di musica, ben si accompagni a momenti di questo genere.

Nel corso della selezione si segnalano, in ordine sparso:
- giovanotto che conversava col vostro selettore preferito in merito a cosa mettere o no, tentare o meno uno "svuota-pista" (tentativo riuscito), richiedere gli Zeppelin che, purtroppo, non avevo;

- Donna Esse che storgeva simpaticamente il naso perchè alcuni pezzi dati in pasto ad orecchie affamate, tra cui le sue, rientravano nella categoria: pezzi preferiti che fanno riaffiorare ricordi sentimentalmente (suppongo) dolorosi o comunque di un bel passato ormai, appunto, passato. Tra questi, a memoria, la dedica in musica al padre del Ferretti ai tempi dei CCCP e prima della nefasta conversione;

- "Stalingrado" degli Stormy Six canticchiata da uno che di vista-conosco-ma-non-so-come-si-chiama;

- vino: due ore seduto e qualche anima, di quando in quando, me lo portava.

Vediamo se ci sarà una prossima volta.
Vediamo come andrà la prossima volta.


Hugs

29 settembre 2009

Demo

Raggruppare qualche pezzo vecchio.
Sgrezzarne altri mai finiti.
Scriverne di nuovi in tempi relativamente brevi.
Registrarli ai GroundFloor Studios.
Direi tra le quattro e le sei tracce.
Questo di massima il programma.
Vediamo come va a finire.

28 settembre 2009

Notte

Giù nel vulcano, come un tempo.
Senza paura, senza consapevolezza. Senza pensarci più di tanto.
La discesa veloce cancellerà ogni ragionevole paranoia, qualsiasi rimasuglio di coscienza.
Una lavagna nera da scrivere, un vuoto da riempire, con fatica.
Un senso di pesantezza da eliminare attraverso moti d'animo sempre più irrequieti.
Senza incollare i cocci, senza nasconderli sotto un tappeto ma spazzandoli via per gettarli. Stessa fine per il tappeto.
Se mi indicassero la luna, non la guarderei, non presterei attenzione neanche al dito: lascerei scivolare via il messaggio.
Mi butto. Tanto so che non farà male, anzi, aiuterà.

26 settembre 2009

Bozze

Ho fogli bianchi, da mesi qui, che a volte sono da riempire d'idee.
Nessuno le legge così come il pesce non fissa le maree.
Io, poeticamente inetto, inserisco ricordi e finzioni;
me li scrivo e me li leggo: aggiusto parole, suoni e frizioni
Parlo di me come essere lontano, a intuire quel che di me non pensa la gente
Connetto cervello e mano, idiosincrasico e impotente...

Stop. Pausa. Silenzio.

Yes I understand that every life must end, aw huh,..
As we sit alone, I know someday we must go, aw huh,..
I’m a lucky man to count on both hands
The ones I love,..

Some folks just have one,
Others they got none, aw huh,..

Stay with me,..
Let’s just breathe.

Practiced are my sins,
Never gonna let me win, aw huh,..
Under everything, just another human being, aw huh,..
Yeh, I don’t wanna hurt, there’s so much in this world
To make me bleed.

Stay with me,..
You’re all I see.

Did I say that I need you?
Did I say that I want you?
Oh, if I didn’t now I’m a fool you see,..
No one knows this more than me.
As I come clean.

I wonder everyday
as I look upon your face, aw huh,..
Everything you gave
And nothing you would take, aw huh,..
Nothing you would take,..
Everything you gave.

Did I say that I need you?
Oh, Did I say that I want you?
Oh, if I didn’t now I’m a fool you see,..
No one know this more than me.
As I come clean.

Nothing you would take,..
everything you gave.
Hold me till I die,..
Meet you on the other side.

24 settembre 2009

Once upon a time


Una volta nella vita
mi piacerebbe dire:

“Sono qui per restare”

23 settembre 2009

Saggezza (?!)


Se ti mettono un ombrello su per il culo
fai attenzione quando cerchi di toglierlo:
potresti aprirlo per sbaglio.

20 settembre 2009

In frames

In rete non è difficile trovare album di fotografie appartenenti ad altre persone.
Vedo le foto di questa ragazza, della sua vita, dei suoi viaggi e posso solo immaginarne i sogni.
Primi piani, paesaggi, figura intera.
Scatti del passato, di un passato che non conosco e che non importa io conosca.
Sorrisi ed espressioni pensierose.
E consapevolezza del luogo in cui si trova, della sua storia.
Lo sguardo che rispecchia la volontà di scoprire posti nuovi alimentando la curiosità di una mente in rapido movimento:  nello spazio e nel tempo.

HKID




Avrà sofferto?

19 settembre 2009

Orso. Parte terza.

La farfalla decise di rispondere perché la farfalla aveva deciso, sapeva ciò che voleva. Tra le altre cose, non voleva imbarazzi nelle scelte, "vorrei ma non posso" di sorta.
La farfalla rispose ed il suo battere d'ali si rivelò più rumoroso di qualsiasi rumore del bosco, tanta era la stanchezza e frustrazione nella quale era caduta.
- tu crei e distruggi! Pensi di esser dio? – urlò rabbiosa.
- no, un essere vivente confuso dai suoi timori… -
- pensi mai a quello che potrei volere io? Pensi mai che, a volte, il mondo si aspetti qualcosa da te, in un senso o in un altro? –
La risposta balbettante dell’orso venne portata via dalla scarsità delle sue convinzioni, dall’esiguo limitare delle parole a fior di labbra.
La sua risposta ebbe lo stesso valore di un silenzio, uno di quelli inutili.
E lei riprese a volteggiare, in cerca delle cose che si meritava.
L’orso rimase a grattarsi la testa e a strusciare la schiena contro il fusto di un albero. Incerto anche nel compiere azioni così semplici.
L’inedia del suo modo di fare, la brama della ricerca di risposte lasciò spazio al silenzio, un altro.
E capì.
Non cosa voleva.
Capì che era necessario che quel silenzio restasse immutato fino a quando non ci fosse stata chiarezza. Capì che il bosco era già stato disturbato dai suoi dubbi, troppo a lungo.
Che la farfalla non poteva aver bisogno di un mammifero peloso e inutile, privo di risposte: aveva bisogno di certezze seppur labili.
Il silenzio sarebbe stata la miglior soluzione, avrebbe preso il posto di risposte date alle domande sbagliate che si era fatto fino a quel momento. Il silenzio per poter ascoltare se stesso, non il continuo ronzare della sua razionalità, messa ormai a durissima prova da sentimenti che mal si armonizzavano con essa.
Sentiva i suoi pensieri con la stessa intensità del rumore che fa un albero quando cade in una foresta vuota: il boato è forte ma nessuno è presente per sentirlo.
Era meglio lasciarli scorrere e vedere dove avrebbero portato.
Da lei, in un altro luogo o in nessun posto…
(continua...)

13 settembre 2009

Blog

Guardo questo blog.
Per ora lo riempio, di cazzate forse, ma riesco a scriverci con semi-costanza.
Anche se...questo bianco virginale non mi si addice molto...

Orso. Parte seconda.

L’orso aveva promesso alla farfalla di non avvicinarla più, per paura di farle male. Lei si era fidata ma lui, non ci era riuscito e l’aveva ferita nuovamente.
- Perché? –
- Perché mi manchi…però… - balbettò lui.
- Se ti devo mancare ma questa mancanza deve essere piena di “però”, non mi interessa. –
Lui la guardò negli occhi e non ebbe il coraggio di ammettere la sua paura.
La guardò e le diede ragione, non aprì bocca se non per dire – giusto, meglio se stiamo lontani… - .
In realtà lui non riusciva a stare lontano dai suoi colori.
Non riusciva a concepire una lontananza da quella leggerezza che a lui, bestia, non era concessa.
Solo che non riusciva ad andare fino in fondo alle cose perché già più volte, per accarezzarla, l’aveva colpita.
Pensò fosse meglio così.
Per circa un paio di ore…
Poi capì che l’idea di starle accanto e risolversi le proprie paure da solo era sbagliata. Che aveva bisogno di lei anche perché lo aiutasse, gli insegnasse a starle vicino senza offendere.
Tornò sotto l’albero dove si erano salutati ma non la trovò.
Aspettò li per l’intera giornata ma lei non si fece viva.
La chiamò, scuotendo le piante con il suo grido.
Tornò a casa sconsolato e si disse che era meglio così.
Ma il giorno seguente era di nuovo nello stesso punto perché non ne voleva sapere di lasciar andare le cose così.
Per lui poteva essere meglio in un altro modo.
Ma era così anche per lei?
Lo chiese ma nessuno rispose…lei meno di tutti…
(continua...)

12 settembre 2009

A night in town

Vado con un'amico ex-occhialuto in questa piazza dove la sera c'è un pò di gente. Tre/quattro locali, litri di birra, centinaia di bicchieri di plasica abbandonati per terra (un pò la gente non ha rispetto, un pò non ci sono i cestini).
Si aggiunge il Filosofo ed il nostro terzetto è pronto per prendere da bere e sedersi su di una qualsiasi rientranza ai bordi della piazza.
Il Filosofo fa quello che fa di solito: parla. Alterna sentenze sputate a introspezioni personali segnate da dolori interiori che non riesce a sopportare.
- Mi manca troppo...- attacca il Filosofo. E giù sospiri e mezze frasi allusive alla sua situazione.
- L'hai lasciata tu? - chiede l'ingenuo, che poi sarei io, ormai caduto nella trappola.
- Si - laconica risposta.
- Perchè non la chiami e te la riprendi? - ecco!!! il consiglio dell'inesperto!!! Di fronte al Filosofo anche Rodolfo Valentino farebbe la figura di chi le donne non le conosce per niente.
Non solo...La trappola si chiude: il Filosofo ha ormai percepito un pizzico di interesse ed io, dalla tela del ragno, posso solamente fare domande nel flusso del suo monologo. Il trucco è far si che siano brevi...
- Mi manca fare l'amore con lei, nel modo in cui lo facevamo, non l'avevo mai fatto. Vedi? E' molto più bella di quella la... - Parentesi: quella la è una della più grosse fighe che abbia mai visto. Chiusa parentesi.
- Solo che... - Pronti...
- ...lei ultimamente... - partenza...
- non mi capiva più! - Via. Partito. Ex-occhialuto ha già avuto modo di sentire il monologo e si eclissa con un misero "Vado in bagno".
Il Filosofo incalza.
- Non mi ascoltava come prima. Io parlavo e lei si addormentava. Avevo dei problemi e sembrava a lei non importassero. Non posso stare con una così. -
Tralascio tutte le mie obiezioni e semi-domande così come le ha trascurate lui.
- Che poi, per tornare insieme basterebbe che lei tornasse e mi dicesse "Sveglia! Voglio stare con te!" - e siamo al grottesco ormai.
- Ma io...per lei...potrei anche... - Pausa teatrale.
- ...sai chi è quella? Si chiama Amanda. Carina, vero? Sta con uno da tre anni ma spero che si lascino! - . Ok! ormai abbiamo toccato il fondo e lui mi passa anche la pala: - Sai che ci scambiamo un diario sul quale un giorno scrive lei, un altro io...i nostri pensieri, i sogni... -
Lo lascio fare e lo lascio li a sedere. Mi dirigo anche io verso il "bagno" perchè tanto, col Filosofo, o si va in "bagno" o ci si addormenta.

10 settembre 2009

Orso

"La cosa più strana" disse a farfalla all'orso "è che non sembravi così cattivo finchè non mi hai ferito".
"Non volevo"
"Non voler fare una cosa, non giustifica dall'averla fatta" rispose piccata.
"Ero così attirato dai tuoi colori che, per accarezzarti, ti ho colpita" tristemente l'orso.
Lei provò a volar via e lui la lasciò andare perchè aveva paura di farle di nuovo male, perchè, anche se non voleva, era un rischio che non voleva farle correre.
L'orso restò a terra, la farfalla guarì e visse una vita luminosa...

6 settembre 2009

Ricominciare

Spesso ho cercato di imprimere parole sullo schermo con una certa sistematicità.
Non ci sono mai riuscito.
Anche qua avevo interrotto...
...ora cerco di riprendere...