6 ottobre 2011

Memorie di un onesto

Sono arrivato alla fine.
Ho governato il paese per due anni.
Ho fatto parte di una squadra di governo insieme ad altri.
Ho cercato di occuparmi della cosa pubblica nel rispetto delle regole, degli altri, di me stesso.
Ho raccolto eredità ideologiche dal passato, le ho fatte mie e ho cercato di apportarvi modifiche secondo la mia personalità ed i tempi che stiamo vivendo.
Eppure, ho la sensazione di aver fallito. Mi chiedo dove ho sbagliato. Cerco di riavvolgere il nastro ed andare a vedere, come in un film, la scena durante la quale sono passato inesorabilmente dalla parte del torto.
Mentre alcuni vestivano i panni degli eroi.
Ma che tipo di eroi?
Eroi del sapersi vendere, paladini dell'essere amici di tutti, senza scontentare nessuno. Avidi fagocitatori di sicurezze altrui per nascondere le proprie.
E, quindi, largo al soverchiamento della morale, delle regole, del rispetto per la Storia.
Forse è vero che, oggi, per contare bisogna mutarsi in un prodotto che sia appetibile dai più. Vale più apparire che essere. Cianciare con modi garbati piuttosto che sporcarsi le mani per il bene publico.
Purtroppo il nastro è rovinato e posso solo incidere la parte che resta.
E, ora, quello che resta è una sensazione di vuoto, di tipo diverso dal solito, ma molto presente.
E non esiste vuoto peggiore di quello che non si vuole colmare.

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