5 aprile 2011

26 Marzo: GLF

Un gruppo di orfani si ritrova all'interno dell'Auditorium Flog di Firenze.
Orfani dei CCCP.
Orfani dei CSI.
Orfani dei PGR.
Orfani di Ferretti quando ancora faceva canzoni (poesie? riflessioni acute?).
Orfani di trent'anni di musica italiana, di parole, note, rumori, chitarre distorte e arrangiamenti delicati.
Lui lo sa. Se ne compiace. Sorride sornione perchè alla fine ha vinto ancora. Al di là delle polemiche sulle sue nuove posizioni politico-sociali, tutti siamo tornati alla corte di Re Lindo Giovanni.
L'eremita montano rispolvera alcuni (pochi) vecchi successi e molte delle sue canzoni più recenti. Arrangiamenti minimali, smossi solo dalla drum machine, portano i testi al centro del proscenio in una forma di assoluta celebrazione delle parole.
I suoi compari ("compagni" mi sembra fuori luogo come termine) d'avventura, due reduci dagli Ustmamò, risiedono a destra e sinistra del nostro Ferretti e lo accompagnano. E ci accompagnano nei nostri 15 anni. 20 anni. 30 anni...
Peccato che le "hit" dei CCCP/CSI ne escano mutilate e rilette in chiave poco convincente mentre, per il resto, le chitarre (o il basso) denotino poca fantasia negli arrangiamenti e nei suoni.
Sicuramente un rito al quale presenziare...pardon...un concerto da sentire. Ma solo in memoria dei tempi che sono andati. Dei nostri tempi.
"...anche i miei nonni dovevano scendere a valle per vendere il formaggio..." G.L.F.
"...del resto m'importa 'na sega, sai, ma fatta bene che non si sa mai..." G.L.F.

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