La vita è fatta di promesse e compromessi.
E' costellata di fermate obbligatorie e carte firmate volontariamente.
Ritengo che ogni promessa vada mantenuta a meno che non incida sulla propria libertà personale, sul desiderio di migliorare la propria esistenza.
Nella vita ho pronunciato, a volte, alcune parole che sono risuonate come una promessa. E, forse, volevano esserlo. Promessa che ho sitematicamente tradito. E, oggi, posso prendermela con chi voglio: il governo, la mafia, i fascisti, il mio vicino, ecc.. Il fatto è che il vero colpevole sono io.
Se il concetto di Karma fosse applicabile nella relatà, non mi si prospetterebbe un futuro roseo.
E, purtroppo, mi sono reso conto che, il fermarsi a riflettere, capire gli errori e cercare in ogni modo di porvi rimedio, non serve. Non è servito. La magia che sarebbe servita non c'è stata. E quel "qualcosa" che sembra rimasto sospeso è, relamente, così...sospeso. E' li sopra. Lo potremmo quasi afferrare e tirare in mezzo a noi.
Sospeso come una melodia, come un riff di chitarra, come le parole di una canzone...
Questo non giorno per ridere o morire
Stanze vuote cicliche e aride
Patina opaca copre il candore
il colore del lutto unico a brillare
E mi ammanto di aridità impeccabile
E mi mostro
con lucidità nobile
E mi mostro
senza volgarità inutile
E mi vesto di vuoto colpevole
Il silenzio ha sguardo truce
È come un’alba senza la luce
Restan risate e sbuffi d’estasi
Sotto un giogo di aridità cremisi
Siamo venere
apparsa nei cieli meno neri
Siamo labbra
sfiorate di pioggia e sole
Pugni
stretti più chiari di mille parole
Siamo
polvere tenuta insieme dai pensieri
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