3 giugno 2013

Per quanto ci si possa sbagliare, l'importante è essere nati per correre

2013.05.31 - Stadio Euganeo, Padova. Bruce Springsteen & The E-Street Band


Arrivo allo stadio Euganeo in netto anticipo. Il tempo classico per un paio di birre, un panino, dieci sigarette.
Dopo lo scorso anno e la pioggia di Firenze, la giornata non promette un meteo mite.
L’attesa per il concerto si confonde con lo scetticismo riguardo al fatto che il tour è lo stesso del  2012 e, forse, sostanziali novità non ce nesaranno.
E bello sbagliarsi.

Un quarto alle nove, Bruce, da solo, sale sul palco con chitarra e armonica: The ghost of Tom Joad. Versione solitaria e tirata e ispirata e fantastica.
Un inizio così non me lo aspettavo.
Quindi arriva la E-Street Band.
La nuova formazione, con più fiati e più coristi, è una macchina musicale dall’impatto, sonoro e scenico, devastante. Forse, in chiave rock, hanno perso un po’ di “attacco” ma il tappeto musicale che pervade il cielo sopra Padova è, decisamente, il segnale che queste persone, insieme, sono la miglior band dal vivo che si possa trovare in giro.
La mia impresione iniziale è che Springsteen parta  un po’ in sordina; come se avesse perso un po’ di smalto rispetto allo scorso anno.
E’ bello sbagliarsi.
Dopo tre pezzi iniziali (Long walk home, My love will not let you down, Two heart) non prende un cartello tra il pubblico ma, addirittura, tre: Boom Boom (JohnLee Hooker cover), Something in the Night e The Ties That Bind.
Il Boss cresce, capisce il pubblico, lo accontenta, suona e canta. Gigioneggia. Padrone delle note, della sua band, di noi 40.000 che, sotto una leggera pioggia, siamo tornati per tutto questo. Perché è questo che vogliamo.
Il concerto, poi, torna su binari più prevedibili. Tre brani dall’ultimo disco e Spirit in the night.
Seppur prevedibile, resta sempre un buon concerto.
Penso che, in fondo, sentire dal vivo i suoi brani sia sempre bello, anche se potrebbe fare molti pezzi dall’ultimo disco e, quindi, lascerà fuori dalla scaletta alcuni dei miei preferiti.
E’ bello sbagliarsi…
…perché l’uomo da Asbury Park prende un cartello dal pubblico “Born to run has changed my life”, dice “…and changed my life, too…”, sorride e, in italiano: ”stasera suoneremo tutto Born to run…solo per voi”. O una cosa simile…
Penso che è chiaro che la canzone Born to run non possa mancare in scaletta. Lo so bene. In realtà, dovrei anche sapere di essere un distratto…
…intendeva: SUONEREMO IL DISCO BORN TO RUN!!!
Thunder Road e si parte.
Su Tenth AvenueFreeze-Out partono le immagini dedicate a Clarence Clemons e Danny Federici: Big Man e Phantom. Non si ferma la musica come un anno fa a Firenze ma, nella mia personale commozione, capisco una cosa: sta suonando il disco per Clarence.
Ogni pezzo è energico e toccante. Un professionista dal cuore enorme con enormi cicatrici lasciate dalla vita. Suona e canta e ci fa sapere che Big Man è ancora una volta tra di noi, che quel disco non ci sarebbe mai stato, che lui stesso non ci sarebbe mai stato così come lo vediamo oggi. Ancora una volta, il miglior omaggio che si possa fare ad un Amico scomparso…
Chiaramente, dopo essere passati da una Born to run suonata con le luci dello stadio accese, chiude lo scrigno con una Jungleland strepitosa e si resta con la sensazione di aver assistito, come a Firenze e come a Roma, a qualcosa di non ordinario.
A seguire, la festosa Waitin’on a sunny day con bambino sul palco a cantare il ritornello, e The Rising.
Su Badlands si canta, si balla, si accompagna quelli sul palco con un coro continuo come a chiedere di far durare il pezzo, più carico e d’impatto di altre volte, ancora a lungo.
Poi il finale con Born in the USA e pezzi “ballerini” a cornice dell’immancabile Dancing in the dark. C’è anche tempo per far salire sul palco il folklore italico nella persona di tale “Caterino” che, suonado cucchiai su una sorta di pettorina metallica, accompagna la band sulle note di Pay Me My Money Down.
Si finisce con Twist& Shout e le luci che si riaccendono.
Sinceramente, dopo IL DISCO, poteva anche mandarci a casa. Felice non lo abbia fatto. Felice di essere tornato dopo solo un anno a risentirlo.
E’ anche bello avere ragione.

NOTA A MARGINE: l’organizzazione scientifica della municipale padovana, in evidente stato confusionale e sull'orlo di una almodovariana crisi di nervi, ha dirottato tutto il traffico su un’uscita sola della tangenziale verso un parcheggio. Credo per non far arrivare le auto vicino allo stadio. Questo ha creato: ingorgo prima del concerto, persone a piedi sulla tangenziale e blocco del traffico alla fine.
Meno male che io ho il navigatore di Roma…

"...And I'm all alone, I'm all alone
And kid you better get the picture
And I'm on my own, I'm on my own
And I can't go home
When the change was made uptown
And the Big Man joined the band..."


Setlist
The Ghost of Tom Joad (solo acoustic)
Long Walk Home
My Love Will Not Let You Down
Two Hearts
Boom Boom (John Lee Hooker cover) (Sign Request)
Something in the Night (Sign Request)
The Ties That Bind (Sign Request)
We Take Care of Our Own
Wrecking Ball
Death to My Hometown
Spirit in the Night
[Born to Runfull album]
Thunder Road
Tenth Avenue Freeze-Out
Night
Backstreets
Born to Run
She’s the One
Meeting Across the River
Jungleland
Shackled and Drawn
Waitin’ on a Sunny Day
The Rising
Badlands
Pay Me My Money Down
Born in the U.S.A.
Dancing in the Dark
Twist and Shout (The Top Notes cover)

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