8 aprile 2014

武士道

Apprezzo la delicatezza e la determinazione della cultura giapponese. Crisantemo e spada.

Prima della seconda guerra mondiale, il Giappone ha investito pesantemente in armamenti, perchè credeva fosse la via da seguire per uscire dal proprio medioevo, secondo una modernizzazione del concetto di samurai.

Hiroshima e Nagasaki hanno segnato una sconfitta epocale. E’ stata la resa di fronte ad un nemico che non si era fatto scrupoli nell’usare la bomba atomica per affermare la propria superiorità bellica.
Il Giappone ha capito che la via scelta era senza sfondo e che sarebbe stato necessario cambiare rotta.
Così hanno fatto.

Così la cultura di un paese ha permesso di ammettere la sconfitta e cambiare obiettivi.
Hanno cominciato ad investire in altri campi, come la tecnologia, diventando un’eccellenza.
Sconfitti ma pronti a ripartire.
Questo è un aspetto che apprezzo. Come anche il concetto di onore e le conseguenze del suo contrario: seppuku, il suicidio rituale.
Lo spirito delicato e guerriero giapponese trova, nella sconfitta, un punto da cui ripartire; trova nel disonore un punto di non ritorno. Vede nel samurai senza padrone (da servire sopra ogni altra cosa) una vita errabonda che fa del ronin (il servitore senza capo) una figura romantica che vaga alla ricerca di un senso.
Dignità, rinuncia, nuove prospettive.

Nessun commento: