8 marzo 2014

Suonala ancora, Sam...

"Faccio il musicista"
Risposta uno: "E di lavoro?"
Risposta due: "Bello! Che musica fai?"
Alla stessa domanda, si risponde in modo diverso, secondo il luogo in cui viene posta.
All'estero, mi raccontano, danno la risposta due.
In Italia...che te lo dico a fare!
Io abito in Italia e suono in Italia. O meglio, suono nella regione che mi ospita.
Ho due band. Passo molto tempo a cercare date per esibirmi. Forse non proprio tanto, ma tant'è.
Si dice che il musicista sia una delle categorie che riceve più "no" come risposta. Come essere un governo e avere a che fare costantemente con Grillo.
Si fanno telefonate, si scrivono mail, messaggi su facebook. A volte, se si può, si passa direttamente dal locale.
Si spediscono tracce audio e si lasciano cd in giro. Si cerca di riassumere sommariamente il lavoro di ore in sala prove per far capire che, quello che si fa, potrebbe essere interessante da proporre al pubblico.
Ecco. Un "no" è quasi sempre la migliore delle ipotesi. Spesso non esiste nemmeno la decenza di rispondere.
E' vero che i locali sono pochi e le band molte ma, forse, un pò di attenzione alla qualità non guasterebbe. Cercare di variare l'offerta anche.
Non di rado il gestore di un locale propone band a rotazione per andare sul sicuro.
Non di rado il gestore di un locale chiede alla band di portare la gente.
Credo che gestire un locale sia un lavoro e, come tale, lo si debba far bene. Si deve far suonare band che possono piacere e di livello qualitativo accettabile. Lavorando bene, un locale si costruisce una propria clientela che, fidelizzata, sarà protata a fidarsi delle scelte artistiche del gestore.
Le band, invece, suonano. Punto.
Perchè una band passa ore a provare i pezzi, a comporli. Spende soldi per gli spazi in cui farlo, per la strumentazione, per gli spostamenti.
Una band deve essere pagata. Punto.
Anche cifre non altissime ma dignitose.
Invece, un "no" è un buon risultato e suonare gratis un successo.
E allora perchè io suono?
Perchè è l'unica cosa che mi fa stare bene sul serio. Perchè il poter esprimere sensazioni e pensieri attraverso parole e musica, propria o di altri, pacifica il cuore.
Perchè, in questi ultimi undici anni, ci sono stati momenti nei quali, suonare, era l'unica cosa decente da fare.
E vorrei poter continuare a farlo con più semplicità. Senza dover rincorrere gli umori dei gestori dei locali e vivendo questo hobby con serenità e passione.
Perchè dopo aver suonato, anche una sola persona che viene e ti dice che ha apprezzato quel che hai fatto è la più grande vittoria.

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