22 marzo 2012

Apro gli occhi e...

Ed un pomeriggio apro gli occhi e mi sveglio. E mi accorgo che sono un uomo.
Mi rendo conto che è arrivato il momento delle scelte definitive e che la lotta tra ragione e sentimenti ha un vincitore.
L’ho sempre saputo chi fosse ma, per capire, mi devo svegliare dal torpore.
Il cuore non ha mai sbagliato. La mente, si. La mente trova giustificazioni, snocciola spiegazioni razionali. Tende ad aggiustarsi la verità.
L’opinabilità del reale si allea con il cervello per riscrivere le regole delle emozioni.
In realtà, le emozioni che si provano sono l’unica cosa tangibile e sono il solo metro di misura da applicare agli eventi che incontro.
Andando oltre gli errori, i rimpianti ed i rimorsi. Il mio tempo, come sempre, è adesso.
È un tempo interiore, virtuale, scandito dalle accelerazioni del cuore. È unità di misura ben diversa.
La razionalità, invece, vive nel passato, staziona in un futuro ipotetico costruito su voli pindarici elucubrati a lavagna pulita.
Le frasi, anche interrogative, che contengono i vari “e se…” non hanno le risposte e quelle che hanno sono probabilmente sbagliate.
I pensieri spontanei dati dalle sensazioni sono la casa della verità. Soggettiva, di sicuro, ma cucita addosso da un sarto chiamato “pacificazione”.
È il momento delle decisioni definitive. È il momento di prendere coscienza dei tasselli importanti da incastrare nella mia vita.
Alcuni troveranno alloggio, altri sfuggiranno e sarà impossibile metterli al posto giusto.
Ciò nonostante l’uomo non cadrà.
Non andrò in pezzi. Avrò dei vuoti ma saranno finestre per far entrare luce nelle stanze più profonde.
È tempo che il viandante emozionale che dimora in me si fermi e ascolti il proprio cuore.

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