Ci sono delle situazioni nelle quali so di non essere la persona che vorrei essere. Diciamo che tendo a riempire un ipotetico zaino con tutti i miei peggiori difetti. Lo riempio fino all'orlo e m'incammino, lamentandomi del peso. Il peso specifico dei propri aspetti negativi è maggiore rispetto a quello dei propri pregi.
Altre volte, invece, decido di viaggiare leggero. Mi metto sotto braccio una pila di pregi, di cose positive, di atteggiamenti costruttivi, cose belle e riparto.
La meta? La persona che vorrei essere sempre.
Una persona che ha capito che fare qualcosa per gli altri da belle sensazioni. Forse perchè non c'è abituata.
Una persona che ha capito che non tutto deve essere un do ut des (e spero di averlo scritto bene, altrimenti bella figura di mota). Forse perchè un movimento positivo univoco basta a se stesso.
Una persona che non smetterà mai di essere se, di migliorarsi, di cercare di tollerare di più.
Di cercare.
La ricerca è un viaggio; e non importa la meta ma sono gli ostacoli che la rendono interessante:
ogni scalino salito...
ogni fosso saltato...
ogni ferita subita...
ogni sorriso che si è spento...
sono passi in avanti, verso il proprio personale nirvana interiore.
E non importa se le gambe fanno male, se il cuore batte troppo forte, se gli occhi sono lucidi, i polmoni in sono in fiamme...e se mi resta solo mezzo sorriso.
Basta e avanza
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