24 aprile 2020

Della libertà

Roncisvalle-Villava
Sono partito alle 5:15. Incoronato re delle partenze intelligenti, chiaramente.
Alle 11 sono già a Zubiri. La tappa "canonica", da guida, sarebbe finita ma decido di proseguire con le mie nuove compagne di viaggio.
Dopo i saluti della sera prima, mi sono ritrovato, casualmente, a ripartire con Ale ed un'altra ragazza,
ESSE, che spera che il suo moroso sia quello giusto e, con lui, possa programmare un futuro.
Ale, seppur delusa, parla di amore incondizionato; quello che serve nella vita; quello che è sicura esista.
Sono persone molto diverse da me ma, con loro, mi trovo bene.
Certo, a volte, mi sento un pò coglione con le mie storielle, con il mio non volermi legare, con la mia libertà.
A volte, penso che la libertà sia bella solo se condivisa, come dicono in quel film su di un ragazzo che lascia tutto ed inizia a vagabondare per gli Stati Uniti. Insomma, il film con quella colonna sonora pazzesca.
Dicevo, libero all'interno di un legame potrebbe essere una soluzione.
Adesso siamo alla piscina comunale di Villava. Un giusto ristoro dopo quasi 40 chilometri. Ale ha poco tempo e deve fare tappe lunghe. ESSE ha piacere a stare in sua compagnia. A me va bene stare con loro.
Al primo tuffo in acqua, il mio orologio digitale con calcolatrice anni ottanta mi abbandona. Si trasforma in un mini acquario senza pesci. Proverò a farlo asciugare per vedere se si riprende.
Prima di cena faccio la conoscenza della birra con lemonsoda. O cerveza y lemon. O Radler.
So già che sarà un'amicizia molto lunga e fidata.
La stanchezza del cammino viene spazzata via dalla doccia in una sorta di rituale purificatore della fatica. Restano soltanto due vesciche (ampollas) sui talloni grandi come monete.
Qualche mese prima...
"che scarpe posso usare?"
"quelle da corsa vanno benissimo" aveva risposto la mia amica veterana dei cammini.
E' stato l'unico suggerimento sbagliato, almeno per i miei piedi.

Villava, 14 agosto 2017

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