21 aprile 2020

Ostaggi. Non lo siamo tutti?

Sono sul volo Londra-Biarritz.
Fino ad ora, niente di nuovo rispetto ad una normalissima vacanza.
Borse e turisti. Controlli e biglietti in bella mostra.
E bambini.
Un sacco di bambini.
Esseri umani in versione ridotta ovunque. Rumorosi come quelli a grandezza naturale ma più ordinati. Si portano in dote anche la rumorosità dei propri datori di vita e tutto questo raddoppia l'effetto frastuono.
Non ricordavo fosse così.
Forse, ci facevo meno caso. Oppure, cosa alquanto probabile, l'esplosione dei voli low-cost ha incentivato il portarsi la prole, come bagaglio a mano aggiunto.
All'aereoporto di Londra, mentre mangiavo panino-acqua-caffè-a-sole-11-sterline, osservo una famiglia padre-madre-due-figli.
Sembravano piuttosto organizzati. Avevano addirittura un aggeggio per non far sporcare i bambini, durante il pasto. Un marchingegno frutto dell'incesto tra un bavaglino ed un telo da barbiere. Con buona pace di Mendel. Sicuramente, l'aspetto più curioso era il fatto che fossero una congrega di umani completamente prole-centrica. Con buona pace del Grande Dio dei Single (GDS).
Tornando al fiero, e sopratutto conveniente, pasto, noto sempre con piacere che, passati in controlli e avendo diritto a stazionare nel magico mondo del duty free, si possa assistere ad un'esplosione dei prezzi. Una salita verso l'alto del costo di qualsiasi bene commestibile (e non). Con buona pace della Convenzione di Ginevra e dei diritti dei "prigionieri di terra".

In cielo tra Londra e Biarritz, 12 agosto 2017

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