28 aprile 2020

Sogno o son fiesta?

Dopo una tirata a piedi lunghissima, sotto un sole assassino, arriviamo a Navarrete. Alle 17...
L'ultima ora è stata infernale. Indipendentemente dall'orario di partenza, capisco che arrivare nei posti dopo le 14 o le 15 non è consigliabile. Al netto delle soste, stare in giro quasi 12 ore è alquanto insostenibile. Ma se fai 41 chilometri non vedo altra soluzione.
Dopo il rito di sistemazione (doccia, lavaggio panni, cerveza y lemon), cena in un bar di tapas. Tapas y Pincios e cerveza y lemon.
Sono tutti assaggi e paghi ogni pezzo. Abbondante e conveniente. Almeno in Spagna.
La sera comincio ad aver coscienza del fatto che ESSE mi possa piacere.
Esco dall'albergue per fumare e le chiedo se vuol venire.
Mi sembra una ragazza sveglia, autonoma e capace di cavarsela. Fa osservazioni non banali sulle cose.
In questi giorni, mi sono accorto che mi piace averla intorno. Mi piace farla ridere. A Los Arcos, durante la cena, complice una leggera brezza, mi si era attaccata per ripararsi dal freddo. Ma, al solito, non avevo capito in pieno il gesto.
Abita a Milano e li ha lasciato una storia con una persona della quale pare non esser più così sicura.
Ho il dubbio che questo pensiero possa essere dettato dalla lontananza e dal tipo di viaggio.
Usciamo, voltiamo l'angolo alla sinistra del nostro ricovero per la notte e ci sediamo su di un muretto. Parliamo. Parliamo a lungo. Parliamo di lei, di me, di altro. Lo facciamo per un bel pò e vorrei baciarla. Solo che inizio a pensare che potrei rovinare l'equilibrio di questo trio di spontanea formazione.
Guardo l'ora.
Sono le 23.
Gli albergue municipali chiudono alle 22.
Sommo le due informazioni: benvenuto panico.
Rischiamo seriamente di essere rimasti chiusi fuori. Sentimenti contrastanti: la paura e la felicità, per essermi reso conto che il tempo è volato. Buon segno.
Rigiriamo l'angolo. Troviamo la porta lasciata socchiusa da una matita appoggiata sullo stipite.
Pare una inspiegabile gran botta di terga.
In realtà, Ale, non vedendoci, è uscita a cercarci, lasciando in quel modo la porta d'ingresso. Cuore di mamma.
Torna e ci dice che l'hospitalera, non trovandoci all'ora di chiusura, si è incazzata come un toro costretto a correre per la città.
Sgattaioliamo fino alla camera e ci mettiamo a letto.
La notte, dicono, porta consiglio. Per noi, solo la solita fiesta paesana. E' ferragosto. Festa della vergine.
In Spagna, hanno questa abitudine a festeggiare fino al mattino. E intendo le 8 di mattina.
Riesco a dormivegliare fino alle 4. Musica tutta la notte. Nell'ordine: band di piazza, armonica a bocca, karaoke (credo). Picco della serata è Grease. Quello con il battimani da capodanno alcolico di provincia.
Stremati dai festeggiamenti degli altri, partiamo alle 4:40.

Navarrete, 17 Agosto 2017

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