20 maggio 2020

Le apparenze ingannano ma le mosche rompono i coglioni

Dopo la sveglia alle 5 e la colazione, mi sono messo nuovamente in cammino.
Fromista è deserta. Sento risuonare i miei passi per la via principale. Torno a vedere l'ombra delle  mie gambe che mi precede.
Cammino in solitudine, cercando qualcosa.
Sento che sarà un cammino di ricerca. Una nuova ricerca del senso che ancora mi è oscuro.
Avendo giorni in abbondanza, mi limito ad una ventina di chilometri ed arrivo a Carrion de Los Condes (la "Cluny Spagnola", pare).
E' molto presto. Saranno circa le dieci del mattino e gli albergue sono ancora chiusi.
Mi dirigo verso il Monasterio de Santa Clara ed attendo che arrivi l'ora nella quale faranno accedere i pellegrini della giornata.
Alla fine, mi accoglie Ignacio.
Ripete ad ognuno, singolarmente, una sorta di mantra di benvenuto:
- posa lo zaino
- siediti pure
- prepara passaporto e credencial
- i costi sono questi
E così via...
Mi da l'idea che sia stato "adottato" dal monastero. Pacchetto completo: il suo modo di fare altalenante e la sua cantilena.
Lo sento parlare anche in inglese. A me, ha dedicato un ottimo spagnolo stretto. Per rendermi agile la comprensione anche dei concetti più basilari.
Scelgo una tripla.
Siamo nel chiostro e per accedere alla porzione di edificio dove sono le camere, si deve usare una chiave, "nascosta" sopra ad un davanzale. Non proprio Fort Knox, mi dico. La chiave va presa, usata e rimessa li, precisa Er Cantilena.
Mi spiega come farla girare nella toppa. E' un'operazione che richiede mano ferma e due movimenti precisi. 
Provo.
Non riesco.
Lo fa lui ed apre.
Riprovo.
Porta chiusa.
Lui apre in un secondo.
Molto meglio di Fort Knox. Mi correggo.
Mi lascia solo a giocare con la porta e, dopo 10 minuti, capisco.
Bisogna usare la mano sinistra.
Il palmo parte rivolto verso l'alto.
Da quella posizione è una passeggiata.
Solo adesso comprendo perchè continuava a insistere su questa storia del palmo.
Vecchia volpe, Er Cantilena.
Entro in camera e scelgo il letto.
Ci sono mosche.
Non alcune mosche. La stanza è letteralmente abitata da mosche che svolazzano.
Sui muri, le compagne cadute sotto i colpi dei pellegrini che son stati qua prima di me.
Immagino lotte notturne a suon di ciabatte, mani, piedi, o chissà cos'altro.
Sono mosche tenaci.
Se la scacci, tornano.
Se ne uccidi una, temo possano arrivare i parenti in città a chiedere soddisfazione.

Carrion de Los Condes, 11 Agosto 2018

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