1 maggio 2020

Gente dal mondo

Negli albergue, spesso, si fa vita comunitaria.
Si dorme in camerate, più o meno grandi, si usano bagni in comune e si può mangiare tutti insieme.
Ne esistono di municipali/parrocchiali dal costo contenuto (intorno ai 5/6 euro) oppure si trovano quelli privati.
Questi ultimi hanno costi un pò più elevati (al massimo una quindicina di euro) e capita spesso siano case che ospitano i pellegrini.
A Casa San Victoria siamo circa una decina.
Gli americani. Jim e Mrs Jim sono due pensionati. A cena, parlano di qualsiasi argomento. Sono americani, loro, e possono. Hanno il tipico atteggiamento di chi vive in un paese di serie A e, di conseguenza, hanno una visione del mondo che ne abbraccia tutti gli aspetti e possiede, di diritto, una saggezza derivata da una supposta posizione di predominio nei confronti del resto del mondo.
Non vorrei essere frainteso: non risultano antipatici.
Non come i vacanzieri americani più giovani.
Anni fa, in Messico, ne ho trovato un bel gruppetto nel Chiapas. Passavano le giornate ad oziare sui divani e, la sera, si muovevano in mandrie, alcolizzate e vocianti, mosse da atteggiamento di chi è "padroni di casa".
Oltre a Jim e consorte, c'è un ragazzo brasiliano che dorme al piano di sopra del mio stesso letto a castello. Il suo zaino è su di uno scaffale all'altezza del mio naso. Disperde un odore terribile. Lo deve aver usato per fare cose indicibili oppure si è scordato che al suo interno c'è un armadillo in decomposizione.
A memoria, ricordo anche un signore irlandese, simpatico e beone come tutti gli irlandesi.
L'età media è di circa sessant'anni. Quindi, rispetto ai 20 abitanti di Ciruena, una congrega di ragazzini.
Il pomeriggio lo passo con ESSE.
Prima la accompagno all'unico bar che c'è, per mangiare un panino. E mi bevo un paio di calimochos (El Cuba Libre del Pobre), metà vino rosso e metà cola.
Dopo, aspettiamo che finisca la lavadora per stendere i panni.
Alla sera, prima di andare a dormire mi fa un massaggio ai piedi vagamente doloranti.
Tiro fuori una scena di Pulp Fiction. Quella dove Vincent Vega e Jules Winnfield dissertano su massaggio ai piedi, sesso, campi da gioco e sport diversi. Per me, uno dei migliori dialoghi del film; film chè è un continuo susseguirsi di "dialoghi migliori del film". Per dire.
Lei non lo ha visto.
Dopo, ci mettiamo sul terrazzino, sotto il suo sacco a pelo, e continuiamo le nostre chiacchiere. Ormai un'abitudine serale, per me, irrinunciabile.
Senso di benessere.

Ciruena, 18 Agosto 2018

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